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Thiago Motta festeggia e balla sulle macerie del Napoli che somiglia all’ultimo Nadal

Il Bologna vince 2-0 e blinda la Champions. La band di De Laurentiis purtroppo non si può ritirare dal campionato, lo strazio va vissuto fino alla fine

Thiago Motta festeggia e balla sulle macerie del Napoli che somiglia all’ultimo Nadal
Ci Napoli 11/05/2024 - campionato di calcio serie A / Napoli-Bologna / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Thiago Motta

Thiago Motta festeggia e balla sulle macerie del Napoli che somiglia all’ultimo Nadal

Thiago Motta sorride ed esulta, i tifosi del Bologna cantano e ballano. Vincono a Napoli persino in scioltezza (0-2), soffrendo davvero pochino. Due gol nei primi dodici minuti, poi Politano sbaglia il rigore. Nella ripresa tanta buona volontà, impegno ma come nei tornei scolastici. Con scarsa organizzazione. Senza orientamento, direbbe il professore di Vesuviano (alias Raffaele Cutolo) raccontato da Tornatore ne “Il camorrista”. Non c’è più granché da dire della stagione degli azzurri. La speranza è che il presidente abbia imparato la lezione e stia lavorando per un nuovo inizio che non può prescindere dalla ricerca di centro di gravità permanente. Il pubblico fischia, invita ad andare a lavorare, le solite cose.

Ha avuto ragione Thiago Motta

L’inizio del Napoli somiglia terribilmente alla performance di Nadal sul centrale del Foro Italico: in balia di Hurkacz, costretto a scendere a rete per conquistare qualche punto. Un amico tennista scrive: “Una tristezza, i campioni dovrebbero ritirarsi prima”. A campionato in corso, invece, non è possibile. Sarebbe stata la salvezza del Napoli. A metà stagione dichiararsi fuori corso: noi per quest’anno ci fermiamo qui, ci rivediamo l’anno prossimo. E invece no, l’amaro calice va bevuto fino in fondo. E il Napoli lo sta mandando giù tutto.

La sfida col Bologna di Thiago Motta accende ovviamente sentimenti di revanche in De Laurentiis che lo scorso anno si vide sbattuto le porte in faccia da quel tecnico tutto sommato poco noto che disse “no, grazie” e preferì il Bologna alla squadra campione d’Italia. Per lui dev’essere una soddisfazione mica da ridere conquistare ipotecare proprio a Napoli la storica qualificazione in Champions League. Non fu un colloquio sereno. Appena ha potuto, anche poco stile, Thiago Motta (o il suo procuratore) ha sempre riservato parole velenose al presidente degli azzurri.

L’inizio è tra l’imbarazzante e l’inquietante

In campo questa sete di rivincita non si vede. L’inizio è tra l’imbarazzante e l’inquietante. Col Napoli che becca due gol in dodici minuti. Entrambi più o meno rocamboleschi. A segnare sono Ndoye e Posch che quest’anno ancora non avevano reti all’attivo. Per il Napoli è la diciassettesima partita consecutiva in cui incassa almeno una rete. I gol (i due di oggi)  evidenziano la differenza tra una formazione determinata e che gioca con sete di vittoria e un’altra che cerca pure di applicarsi ma in fondo non aspetta altro che il suono della campanella per poter tornare a casa. Subito sotto due a zero col pubblico che fischia. Anzi con quel che resta del pubblico. Perché tanti sono i sediolini vuoti, evidentemente molti abbonati sono rimasti a casa. Non ce l’ha fatta ad assistere a un altro strazio.

Il Napoli ha persino l’occasione per riaprire la partita. Un rigore che Politano si fa parare da Ravaglia. La squadra di Calzona continua a tenere il pallone, un tiro di Lobotka di poco alto e basta.

Nella ripresa tanta abnegazione, una sola vera palla gol: Osimhen che si fa deviare il tiro da Ravaglia. Cos’altro? Pairetto travisa il concetto di arbitraggio all’inglese e in un paio di occasioni non fischia falli netti su Kvara e Lobotka. Nulla di fondamentale. Ancora una volta al fischio finale, abbondano i fischi sul Maradona.

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