Non è più come ai tempi di Nadal, la stagione sulla terra rossa è usurante e ora si giocano i tornei per preparare gli Slam
Novak Djokovic non ha giocato a Madrid, come accaduto lo scorso anno. Ha raggiunto le semifinali a Monte Carlo, il suo unico torneo sulla terra battuta di questa stagione. Sinner ha deciso di non giocare i quarti contro Felix Auger-Aliassime per un problema all’anca di cui soffre da Monte-Carlo. Carlos Alcaraz a Madrid ha perso ai quarti contro Rublev, condizionato dall’infortunio all’avambraccio che gli aveva impedito di giocare a Monte-Carlo e Barcellona. Ha appena annunciato che non giocherà a Roma. Ieri Medvedev ha abbandonato il campo, dopo un set contro Lehecka. E’ a rischio anche lui. Di Nadal inutile parlare, la sua è una situazione diversa. C’è un enorme problema di acciacchi che funesta il tennis ai massimi livelli, soprattutto nella stagione della terra rossa. Ne scrive El Mundo.
“Sono tornei troppo importanti, troppo lunghi e troppo ravvicinati nel calendario“, dice Marc Boada, fisioterapista di Maria Sakkari, e fino a poche settimane fa di Grigor Dimitrov. “Il calendario è sempre più impegnativo e i giocatori che si preparano a vincere uno Slam trovano molto difficile giocare per vincere due importanti tornei di due settimane, come Madrid e Roma adesso. Ci sono alcuni dei migliori 10 giocatori che competono in questi tornei solo come preparazione, svolgendo contemporaneamente sessioni fisiche più lunghe”.
“L’evoluzione generale in tutti gli sport è verso un atleta più fisico. I tennisti sono più alti, colpiscono più forte e sono soggetti a maggiore usura. L’intensità è cresciuta molto, per questo anche i team sono più grandi, con specialisti in tutti gli ambiti, compresi quelli nutrizionali”.
Da quando i tornei di Madrid e quello di Roma dello scorso anno hanno prolungato la loro durata due stagioni fa, lo scenario è cambiato. Non è più possibile aspirare a lottare per tutto in ogni parte della terra. Come ai tempo di Nadal.