ilNapolista

A Roma nessuno rimpiange Tiago Pinto l’uomo che ha perso Calafiori e Frattesi (Corsport)

Il primo fu “regalato” al Basilea contro il parere di Mourinho. Il secondo poteva riscattarlo dal Sassuolo, invece buttò i soldi per Celik, Sanches, Vina

A Roma nessuno rimpiange Tiago Pinto l’uomo che ha perso Calafiori e Frattesi (Corsport)
2022 archivio Image Sport / Calcio / Roma / Tiago Pinto / foto Image Sport

A Roma nessuno rimpiange Tiago Pinto l’uomo che ha perso Calafiori e Frattesi. Lo scrive il Corriere dello Sport.

Tiago Pinto, ora al Bournemouth (club che ha chiuso la scorsa Premier al dodicesimo posto), ha lasciato la Roma lo scorso febbraio senza essere rimpianto da chi adesso coordina il club. Perché specialmente su questi due giocatori ha deciso di non puntare, in due situazioni e momenti diversi, decidendo di “snobbarli” non ritenendoli all’altezza del club.

Calafiori fu svenduto da Tiago Pinto al Basilea contro il parere di Mourinho

Partiamo da Calafiori. Nella stagione 2020-2021 il ragazzo allora di diciannove anni viveva la sua prima vera stagione in prima squadra. Mourinho lo aveva impiegato in qualche partita da terzino sinistro, allora il suo ruolo, ma senza ricevere grandi risposte. Soprattutto in quella gara contro il Bodo giocata da titolare e persa per 6-1. (…) Così lo Special One aveva consigliato a Pinto di mandarlo in prestito sia nella seconda parte della stagione in corso, sia in quella successiva. Prima allora il prestito secco al Genoa, poi in estate il trasferimento a Basilea. Ma quest’ultimo a titolo definitivo per 1,5 milioni. Pinto aveva deciso di non credere nel ragazzo, anche contro il parere di Mourinho, non ritenendolo all’altezza e non riuscendo a intravedere una crescita importante nel suo futuro. Una plusvalenza minima, un rimpianto enorme. A cui il dg fino a qualche mese fa non è riuscito a dare una risposta ai dirigenti.

C’è anche il caso Frattesi

Ma il diesse portoghese un anno fa ha anche l’opportunità di portare nella capitale Davide Frattesi, un altro “figlio di Roma” lasciato andare al Sassuolo per problemi economici (questa volta da Monchi) a un costo di 5 milioni di euro più il 30% della futura rivendita. E allora che c’entra Pinto? C’entra, perché la scorsa estate, quando gli emiliani volevano cedere il ragazzo, Tiago ha deciso di non sfruttare quella percentuale sulla rivendita per andare da Carnevali e prendersi il ragazzo a un prezzo senz’altro ridotto rispetto ai 27 milioni sborsati dall’Inter. Anzi, con quel 30% (8,1 milioni in base alla valutazione) la Roma avrebbe potuto investire quell’estate 19 milioni (più 5 di bonus) per riprendersi il centrocampista di Fidene. Sicuramente un investimento più sensato rispetto agli 8,5 milioni spesi per l’operazione Renato Sanches (ingaggio più costo del prestito e commissione). In sostanza a quella cifra “buttata” per il centrocampista del Psg, Pinto avrebbe dovuto aggiungere 10 milioni. Niente da fare, e i risultati li conosciamo tutti. Questi due esempi (ma potremmo anche citare i 19,6 milioni spesi per Shomurodov, i 15,6 per Viña, i 7,3 per Celik ecc.) hanno portato all’addio di Pinto senza una proposta di rinnovo di contratto. Perché se la Roma ha tanti rimpianti per questo ultimo triennio, la sostituzione del direttore sportivo non rientra di certo tra questi.

ilnapolista © riproduzione riservata