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Ancelotti: «Dopo l’Everton mi davano del bollito, a Napoli lo stesso»

A Il Giornale: «Il Mondiale per club? Il Real Madrid si batterà per non partecipare. Europeo? In Italia non c’è stato il ricambio generazionale, non so come andrà».

Ancelotti: «Dopo l’Everton mi davano del bollito, a Napoli lo stesso»
Madrid 08/05/2024 - Champions League / Real Madrid-Bayern Monaco / foto Imago/Image Sport nella foto: Carlo Ancelotti ONLY ITALY

Il tecnico del Real Madrid Carlo Ancelotti intervistato da Il Giornale ripercorre le tappe della sua carriera più significative.

L’intervista a Ancelotti

La sua è una giovinezza matura…

«Ho avuto la fortuna di vivere e crescere in un ambiente sereno, in famiglia non giravano i soldi ma l’atmosfera era sempre tranquilla. Non c’erano litigi, rare discussioni. Andavo a messa a piedi accompagnato da mio nonno, poi lui passava in pasticceria a comprare i dolci, quindi c’era il pranzo. Questa è stata la mia infanzia».

Nostalgia del passato?

«Erano anni belli, per imparare a conoscere la vita. Mi prese la Roma versando una cifra importante, mi presentai sparando una richiesta di 100 milioni di ingaggio. Ma loro mi dissero che ero matto! Non firmai, c’era l’Aventino. Giorni caldi e tenaci, poi alla fine trovammo l’accordo di 20 milioni lordi. Da adolescente avevo la passione per i giornalini di cow boys, ma in testa avevo solo il calcio e Mazzola era il mio idolo. Mio cugino di ritorno da Milano mi regalò la sua maglietta dell’Inter e allora diventai tifoso nerazzurro».

Non si è fatto mancare nulla poi…

«Basta fare l’elenco dei presidenti: Ceresini, Tanzi, Viola, Gianni e Umberto Agnelli, Berlusconi, Abramovich, Rummenigge, Hoeness, Al Khelaifi, Vichai, Aurelio e Florentino. Un giorno dovrò scrivere un libro, “io e i miei presidenti”. Con tutti ho avuto un ottimo rapporto. Esoneri? Quando si incrinano i rapporti, non quelli umani ma quelli professionali, è meglio lasciarsi senza polemiche e litigi».

L’ossessione non le è mai riguardata:

«Conservo la passione, mi porto dietro l’equilibrio, da sempre. Ho superato dei momenti negativi, dopo l’esperienza con l’Everton ero uscito dai radar, mi davano del bollito, ormai vecchio. A Napoli lo stesso».

Madrid la terra della seconda giovinezza…

«Madrid è speciale. Il Milan è nel mio cuore, mentre il Real è il Real. Qui c’è il rispetto della storia, tutti i calciatori del passato sono presenti nelle fotografie del centro sportivo».

Venerdì partirà l’Europeo. Cosa ci dice dell’Italia?

«Credo sia mancato il ricambio generazionale dopo la vittoria dell’ultima edizione. Non so davvero quali possano essere le nostre possibilità».

Poi tornerà la Liga, Champions e Mondiale per club…

«La Fifa se lo scorda! Calciatori e club non parteciperanno a quel torneo. Una sola partita del Real vale 20 milioni e la Fifa vuole darci quella cifra per tutta la competizione. Come noi, altri club rifiuteranno l’invito».

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