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Ancelotti, Gasperini e Mendilibar: i “vecchi” vincenti non dipendono dai big data (El Paìs)

“Si sono formati in un’epoca in cui l’istinto e la psicologia contavano più dei fogli Excel. Non disprezzano la tecnologia, ma non la mettono al centro del loro lavoro”

Ancelotti, Gasperini e Mendilibar: i “vecchi” vincenti non dipendono dai big data (El Paìs)
Real Madrid's Italian coach Carlo Ancelotti (R) talks with Manchester City's Spanish manager Pep Guardiola prior to the UEFA Champions League quarter final first leg football match between Real Madrid CF and Manchester City at the Santiago Bernabeu stadium in Madrid on April 9, 2024. (Photo by JAVIER SORIANO / AFP)

Ancelotti, 64 anni; Gasperini, 66 anni. Mendilibar, 63 anni. L’Europa è dei “vecchi”. Hanno vinto Champions, Europa League e Conference League con approcci diversi, “ma sono parenti per età, sono vicini di casa al sesto piano della loro vita”, scrive Alfredo Relano sul Paìs. “Si sono formati in epoca pre-Big Data, quando l’istinto e la psicologia contavano più dei fogli Excel e della sovrabbondanza di dati offerti ai calciatori. Non è che loro disprezzino le possibilità di questo tempo. Si affidano a loro, ma non le mettono al centro del loro lavoro”.

Per Relano “la grande sorpresa, ovviamente, è stata Mendilibiar, il più concreto dei tre. All’insegna della “semplicità, vicinanza al giocatore, successo nel fare la mischia, rifiuto frontale delle sciocchezze. Un messaggio affondato nelle radici del calcio”. Gasperini invece “è il più metodico ed energico dei tre. Apostolo della difesa a cinque con velocità di uscita sulle fasce, cosa che gli è costata critiche per essere ultradifensivo, è rimasto fedele alla sua idea finché non l’ha ottenuta”. Ancelotti… vabbé, lui è Ancelotti. Ma il punto, per Relano, è che i tre “vecchi” vincono perché sanno usare la modernità. Non ne sono sottomessi.

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