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Bastoni: «Paura? Si ha paura per cose ben più gravi come una malattia, non per una partita di calcio»

«Non deve esistere la paura nello sport, in ogni partita bisogna saper riconoscere determinate giocate in momenti che possono risultare decisivi»

Bastoni: «Paura? Si ha paura per cose ben più gravi come una malattia, non per una partita di calcio»
Mg Dortmund (Germania) 15/06/2024 - Euro 2024 / Italia-Albania / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: esultanza gol Alessandro Bastoni

Alessandro Bastoni ha parlato in conferenza stampa in vista del match tra Italia e Croazia di domani sera, ore 21.

Bastoni: «La batosta contro la Spagna ci ha unito ancor di più»

Cosa ti preoccupa della Croazia?

«Preoccupazione è una parola che non mi piace accostare al calcio, si ha paura quando succedono cose ben più gravi come una malattia, non per una partita di calcio. Più che paura, direi grande rispetto: conosciamo tanti dei loro giocatori, hanno giocato più di 80 gare insieme alcuni di loro e questo spesso non succede nemmeno in un club. La batosta presa contro la Spagna ci ha lasciato tanto, ci ha unito ancora di più e quando si perde deve uscire il vero valore dell’uomo e del calciatore».

Si dice che la Croazia sia una squadra a fine ciclo, ma questa può essere una moneta a due facce. Avete pensato a come sfidarli anche con malizia?

Bastoni: «Bisogna abbassare l’entusiasmo degli avversari con l’atteggiamento, contro la Spagna ci sono mancati coraggio, intraprendenza e anche un po’ di autostima. Domani faremo vedere il nostro valore».

Cosa ti sta dando giocare da centrale nella linea a quattro?

«Giocare a quattro o a tre cambia, ci sono movimenti diversi, ma sta all’intelligenza e alla disponibilità del calciatore nel saper riconoscere determinate giocate in momenti che possono risultare decisivi. E’ questo il nocciolo, più che difesa a quattro o a tre».

Avete discusso tra di voi un elemento di ferocia agonistica che deve essere presente domani? Di fronte ci sarà una Croazia particolarmente feroce

«Contro la Spagna c’è stato un problema di atteggiamento e questo deriva dal fatto di controllare la partita, più tocchi la palla e meno sei in difficoltà. Più riusciremo a tenere la palla, più li metteremo in difficoltà».

In questi giorni è subentrata un pizzico di paura?

«Non esiste la paura in questo sport, non deve esistere, non ce n’è motivo. Abbiamo parlato per analizzare ciò che è successo contro la Spagna, ma quando perdi o ti abbatti trovi una motivazione per fare meglio di prima. Fortunatamente, il calcio ti dà una seconda opportunità e non vediamo l’ora di scendere in campo domani».

Come ti trovi con Calafiori?

«Con Calafiori mi trovo bene, è un ragazzo con una qualità enorme e non ha paura di giocare la palla. Mi ricorda me 3-4 anni fa e giocare determinate partite è uno step di crescita importante. Abbiamo giocato due partite insieme e mi auguro che questa affinità vada a migliorare nel tempo».

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