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Bruno Conti portò Calafiori a Trigoria dopo un torneo. «Era deciso e sicuro di sé. Sembrava si fosse mangiato un adulto»

Lo racconta Eugenio Bartolucci, il direttore sportivo che gli ha teso la mano da bambino: «Le discese col Bologna e con l’Italia? Già a otto anni copriva la fascia da solo»

Bruno Conti portò Calafiori a Trigoria dopo un torneo. «Era deciso e sicuro di sé. Sembrava si fosse mangiato un adulto»
Italy's defender #05 Riccardo Calafiori (C) and Italy's midfielder #18 Nicolo Barella (L) celebrate a late goal from Italy's forward #20 Mattia Zaccagni (not pictured) during the UEFA Euro 2024 Group B football match between the Croatia and Italy at the Leipzig Stadium in Leipzig on June 24, 2024. (Photo by Christophe SIMON / AFP)

Su Sportweek, Calafiori è il pezzo pregiato della settimana. Se siamo agli ottavi degli Europei gran parte del merito è suo. Certo il gol l’ha fatto Zaccagni, ma senza la progressione del difensore non ci sarebbe stato il tiro del laziale. Non bisogna però farsi ingannare di come è arrivato l’1-1 contro la Croazia. Quelle progressioni sono un marchio di fabbrica di Calafiori, lo assicura Eugenio Bartolucci, il direttore sportivo che gli ha teso la mano da bambino.

Calafiori già a otto anni sui campetti mostrava la tranquillità di un professionista

«Ha presente le discese che fa col Bologna e ora con l’Italia? Non sono una sorpresa, per me. Già a quell’età (otto anni), quando giocavamo a 7, copriva tutta la fascia da solo».

Nel 2010, a otto anni, Ricky un torneo storico della Capitale riservato alle squadre giovanili più importanti. La categoria è “Piccoli Amici”. Sugli spalti c’è un osservatore della Roma. “Calafiori si distingue per tecnica e personalità – scrive Sportweek – così lo scout sottolinea il suo nome più e più volte con una penna rossa. Preso. E alla Petriana si fregano le mani. «Mi colpì la sua tranquillità», ribadisce Bartolucci, prima di inviarci un pugno di foto di quei tempi. «Era sempre pulito con la palla al piede, anche se sottopressione o marcato da tre o quattro giocatori»”.

Calafiori l’ha scoperto Bruno Conti, bandiera giallorossa, bravo ad arpionarlo dopo quel torneo“. «Quando lo portai alla Roma per l’ultimo provino», ricorda Bartolucci, «non sembrava emozionato. Era deciso e sicuro di sé. Sembrava si fosse mangiato… un adulto. E anche a Trigoria palesò una personalità mai vista. Mi hanno raccontato che si integrò subito con tutti. Tempo due settimane ed era già diventato amico di ogni bambino nello spogliatoio. Arriverà in alto, ne sono strasicuro. Anzi, aggiungo che non avete ancora visto nulla. Gioca al 60% di quello che vale, e ha enormi margini di miglioramento».

Si era anche rivelato da subito un combattente: «Ricordo ancora l’infortunio del 2018, a 16 anni. Un giorno terribile per chi, come noi, l’ha visto crescere correndo su e giù su questi campi. Era difficile recuperare dopo una botta del genere, ma lui si è messo sotto ed è tornato in campo più forte di prima»

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