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Calzona ridimensiona Kvaratskhelia, ricorda la celebre frase di George Best su Beckham

Al Corsport: «Gli manca la fase difensiva, non spara bene le sue cartucce, dev’essere più produttivo in mediana. Se corregge questi tre punti, vincerà il Pallone d’oro».

Calzona ridimensiona Kvaratskhelia, ricorda la celebre frase di George Best su Beckham
Mg Dortmund (Germania) 18/06/2024 - Euro 2024 / Turchia-Georgia / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Khvicha Kvaratskhelia

Calzona ridimensiona Kvaratskhelia, ricorda la celebre frase di George Best su Beckham.

Ecco cosa dice l’ex allenatore del Napoli al Corriere dello Sport.

Parla di Kvaratskhelia.

«Avevo pochissimo tempo a disposizione e urgenze di squadra e classifica, non mi sono potuto occupare dei problemi personali di questo o quel giocatore».

Allora descrivimelo tecnicamente. Cosa gli manca per diventare un top player?

Calzona: «Lo state vedendo anche in questi Europei, tanti giocatori di qualità hanno una partecipazione attiva e sistematica alla fase di non possesso. Kvara solo occasionalmente. E poi deve imparare a sparare meglio le sue cartucce nei trenta metri e a risultare più produttivo a centrocampo. Se riuscirà a correggere questi tre punti vincerà il Pallone d’oro, ne sono certo».

Parole che hanno ricordato la celebre frase di George Best su Beckham:

“Non sa calciare col piede sinistro, non sa colpire di testa, non sa contrastare e non segna molto. A parte questo, è un buon giocatore.”

Le altre parole di Calzona (non su Kvaratskhelia)

Francesco Calzona, ct della Slovacchia ed ex allenatore del Napoli rilasciato una lunga intervista al Corriere dello Sport

Francesco, perdonami se torno a Napoli: il disorientamento di un gruppo gestito “ferocemente” si è avvertito non appena Spalletti se n’è andato. 

«Quando sono arrivato io erano già trascorsi sette mesi e mezzo, con i risultati che sappiamo. Ho detto e ripetuto di aver incontrato difficoltà e problemi che non mi aspettavo di trovare. Sai qual è stata la cosa che ha creato i danni peggiori?» 

Quale? 

«L’obbligo di dover inseguire costantemente la vittoria, per via della classifica in gran parte compromessa, ha messo in crisi il gruppo. Ti porto l’esempio dell’1-1 di San Siro con l’Inter. Loro venivano da quindici successi di fila, giocammo una partita molto più che decorosa eppure quel pari fu vissuto dall’ambiente con una delusione sconcertante. Eravamo costretti a vincere e non avevamo una condizione mentale all’altezza del compito. In alcune occasioni abbiamo anche giocato un buon calcio, ma il buon calcio non bastava, servivano i tre punti. Non si dava più valore a nulla. E non è tutto . Il 95% delle cose che venivano scritte o raccontate in tv da giornalisti perbene e ben vestiti…».

Quando parli così mi ricordi Sarri. Dubito che la stampa abbia inciso pesantemente sui risultati. 

«Non ho detto questo. La quasi totalità dei conflitti e dei disagi che venivano riportati da Castel Volturno però non si verificò. Barzellette».

Ma se tanto tu quanto Mazzarri spiegaste che numerosi giocatori non vedevano l’ora di andarsene e che la situazione era insostenibile… Una realtà confermata peraltro dalle notizie delle ultime settimane. 

«È un discorso diverso». 

Conte è l’uomo giusto? 

«Io sono l’uomo del passato». 

Temi anche tu che possa scontrarsi con De Laurentiis? 

«Guarda che con me il presidente ha tenuto un comprtamento esemplare. Faceva domande, si informava, mai un’ingerenza però, prima di incontrare la squadra chiedeva il permesso. Subito dopo spiegava di cosa aveva parlato». 

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