“La Uefa ha una incurabile incapacità di gestire eventi così. La violenza? Se si considera il modo in cui vengono trattati, l’unica sorpresa è che non si verifichi più spesso”
Caos in Germania: per la Uefa i tifosi sono solo un esercito nemico da cui difendersi (Guardian)
Jonathan Liew, una delle prime firme del Guardian, è rimasto incastrato a Gelsenkirchen, tra la folla che doveva andare allo stadio per Serbia-Inghilterra. Racconta di migliaia di persone lasciate in balia di se stesse, senza mezzi per raggiungere lo stadio, da un’organizzazione che definisce “ridicola”. “Migliaia di tifosi inglesi in vari stati di angoscia e confusione, chi in maglietta e chi no, sciamano in tutte le direzioni attraverso il pascolo: chi barcolla, chi corre, chi cerca di scavalcare le transenne metalliche nel tentativo di raggiungere il tram, alcuni riuscirono e altri fallirono comicamente”, scrive.
Comincia a piovere, “conferendo all’intera scena una sorta di qualità epica e distopica, come una scena di Blade Runner. Ci sono bambini che piangono bagnati. Adulti bagnati che fanno smorfie. Colonne di poliziotti antisommossa tedeschi corrono lungo la strada in formazione, alla ricerca di inglesi bagnati da manganellare, anche se non c’è il minimo accenno di violenza”.
Per Liew questa è “solo una storia di incontinenza logistica tra molte altre e, nella scala delle cose, abbastanza docile”. Descrive “migliaia di tifosi che avevano rinunciato a qualsiasi forma di trasporto su ruote e avevano deciso di arrancare per quattro miglia lungo la doppia carreggiata. Alcuni erano stati separati dai compagni, altri tremavano dal freddo, altri avevano le batterie del telefono scariche, altri trasportavano bambini. Ho sentito di tifosi seduti per un’ora su treni immobili, di tifosi che hanno fatto la fila per due ore per un autobus, di tifosi schiacciati per un tempo indefinito in tram pericolosamente stracolmi, senza acqua, servizi igienici o segnale telefonico”.
Il punto, scrive, è che questo “non è stato un incidente isolato in una macchina altrimenti funzionante”. “Già si sono verificati problemi di trasporto nella maggior parte delle città ospitanti, ritardi interminabili sulla rete ferroviaria, un terribile sovraffollamento sui trasporti pubblici. E, naturalmente, a questo proposito, la Uefa ha già offerto numerose prove della propria incurabile incapacità di gestire un evento di punta, della sua propensione a trattare i tifosi come una minaccia alla sicurezza, un esercito nemico da cui difendersi, piuttosto che esseri umani che cercano di andare a una partita di calcio”.
Insomma, dopo Wembley nel 2021, alla follia di Parigi nel 2022 e i disordini di Istanbul nel 2023 “ecco Germania 2024. E sebbene i sintomi possano essere diversi, il filo conduttore è un’apparente indifferenza verso il tifoso comune, una capacità di diffondere la miseria, un’assenza tipicamente tardocapitalista della dignità umana fondamentale praticamente in ogni fase del processo. Sentiamo spesso parlare dei problemi che i tifosi di calcio causano, del potenziale di violenza e caos che in realtà è incarnato solo da una piccola minoranza. Ma se si considera il modo in cui vengono considerati e problematizzati dalle autorità, forse l’unica sorpresa è che ciò non si verifichi più spesso“.
“Praticamente senza eccezioni, i tifosi che ho incontrato in questo torneo non erano teppisti o criminali, scrocconi o piantagrane. Sono, molto semplicemente, persone che cercano di raggiungere un posto. Che hanno speso migliaia di sterline per questo viaggio, prenotato ferie, fatto programmi, lasciato animali domestici ai vicini. E lo abbiamo fatto perché l’euforia dei tornei di calcio dal vivo è ancora uno dei più grandi narcotici esistenti. Ci vuole un certo genio maldestro per prendere quel semplice ottimismo e spremerne fino all’ultima goccia di gioia”.