Sul Corsera: la talpa avrebbe spifferato che il ct ascolti i senatori prima di fare la formazione. Lo sappiamo che la fa lui, chi altri farebbe giocare Di Lorenzo?
C’è un Assange negli spogliatoi della Nazionale. Lo scrive Gramellini in prima pagina sul Corriere della Sera nella sua rubrica.
C’è un Assange negli spogliatoi della Nazionale. Sarebbe servito di più un centravanti, ma tant’è. Lo Spalletti dagli occhi di bragia, caratterialmente quanto di più simile a Cacciari proponga il mondo del calcio, si è spinto un passo oltre Gesù: non ha detto che qualcuno dei suoi lo tradirà, ma che l’ha già fatto. Lo spione, la talpa, ovvero la fonte benedetta per i cronisti tenuti a distanza come dei paria — lontani i tempi in cui potevamo intervistare Vialli e Baggio tra i fumi delle docce — avrebbe osato spifferare il segreto peggio custodito dell’umanità: che il c.t. condivide le sue scelte con i senatori della squadra. Esattamente come tutti i c.t. che lo hanno preceduto (chiedere a Rivera, rimasto fuori dalla finale del 1970 per volontà dei compagni, nonostante il mitologico gol alla Germania).
A Spalletti la rivelazione non è andata giù: ci ha visto un attentato alla sua autorità, con ciò commettendo due passi falsi. Il primo è che adesso tutti si chiedono se sia davvero lui a fare la formazione (però chi altri potrebbe volere Di Lorenzo titolare?). Il secondo è di avere aperto una caccia alle streghe col rischio di spaccare lo spogliatoio, anziché ricompattarlo.