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Chiellini: «Ritirarsi è uno shock. A volte non ti accorgi dei segnali che il corpo ti manda»

Ad “As”: «A volte non è nemmeno graduale: quando succede all’improvviso, è molto più difficile reagire. Italia? Spalletti è la garanzia del progetto»

Chiellini: «Ritirarsi è uno shock. A volte non ti accorgi dei segnali che il corpo ti manda»
Mg Milano 06/10/2021 - Uefa Nations League / Italia-Spagna / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Giorgio Chiellini

Chiellini è stato intervistato da “As” in vista della partita Spagna-Italia. L’ex difensore della Juve e della Nazionale italiana ha parlato del trionfo a Euro2021 e del ritiro dal calcio giocato.

Quando ha deciso di appendere le scarpette al chiodo?

«Nell’ultimo anno con la Juve potevo ancora giocare, ma vedevo quanto fosse difficile per me recuperare. Non volevo rimanere senza rendermi utile. La stessa cosa mi è successa a Los Angeles. Ho avuto due grandi stagioni, abbiamo raggiunto due finali di Mls, una vinta e una persa, e una finale di Champions… Con la famiglia l’idea era di tornare in Italia dopo l’estate e volevo iniziare a godermi e studiare anche l’altra parte».

Totti, quando si è ritirato, ha detto: «Concedetemi un po’ di paura»

«È uno shock per tutti. A volte non ti rendi conto dei segnali che il tuo corpo ti manda, che ti sta abbandonando poco a poco. Il problema è che a volte non succede gradualmente: quando succede all’improvviso, è molto più difficile reagire e adattarsi».

Le sfide con le squadre spagnole sono state una costante della sua carriera. Con il Madrid ne ha avute diverse

«Se devo scegliere una foto che rappresenta la mia carriera, scelgo quella della semifinale del 2015, con la benda in testa, tra Marcelo e Varane. Quella foto dice tutto. La finale del 2017 è stata una grande delusione, ci credevamo più che nella finale del 2015 contro il Barça. Il Madrid, come contro il Dortmund, ti lascia sfogare e poi ti uccide: a noi è successa la stessa cosa. Nei quarti di finale del 2018 avremmo meritato di andare almeno ai rigori. Abbiamo dominato nella seconda frazione e poi è successo quello che è successo con il rigore all’ultimo minuto. Un’altra delusione, ma quella del 2017 è stata peggiore».

Chiellini: «Nel 2012 nella fase a gironi eravamo più freschi. In finale non abbiamo avuto tempo per recuperare»

Passiamo all’Italia, quanto ha pesato sugli Azzurri l’infortunio nella finale del 2012?

«Nella fase a gironi abbiamo avuto tempo e forze per prepararci contro la Spagna. La finale è stata una situazione molto diversa: abbiamo giocato il giovedì sera a Varsavia, siamo arrivati alle cinque del mattino a Cracovia e il sabato mattina abbiamo viaggiato altre tre ore in aereo fino a Kiev. Non c’era tempo per recuperare e, contro un avversario più forte come la Spagna, avevamo bisogno di due o tre giorni in più. Ho iniziato la finale praticamente senza allenamento. Eravamo fisicamente a pezzi: avevamo dato tutto contro la Germania».

Come difenderà il trofeo l’Italia di Spalletti?

«Con orgoglio, con entusiasmo. Il gruppo è cambiato molto, Spalletti sta facendo un ottimo lavoro ed è la garanzia del progetto. Ho parlato con alcuni azzurri e mi dispiace non esserci, ma gli impegni mi impediscono di essere lì.  In finale firmerei per un’altra partita Italia-Spagna».

Tra i difensori, su chi punta?

«Il migliore al momento è Bastoni. A livello tecnico ce ne sono pochi al mondo con il suo livello, sta crescendo e interpretando bene la nuova evoluzione del calcio, meno posizionale e sempre più tecnico e offensivo. Gioca in una difesa a tre, ma scambia le posizioni, gioca di punta e ha un’enorme calma nel toccare il pallone. Potrebbe essere un grande centrocampista spagnolo».

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