Al Telegraph il racconto “di uno dei casi più incredibili del calcio”. De Vrij: “I miei agenti mi dicevano sempre che ero troppo buono…”

Il Telegraph lo racconta, giustamente, come “uno dei casi legali più notevoli della storia del calcio. Con due udienze alla corte di Amsterdam e due premi multimilionari. De Vrij, che aveva 26 anni quando passò all’Inter, ora ne ha 32. Ha chiesto i danni alla più grande agenzia di procuratori dei Paesi Bassi per non avergli rivelato l’entità della commissione pagata sull’affare che lo ha portato a Milano e le conseguenze che questa quota avrebbe poi avuto sul proprio debito fiscale. Ora, intervistato proprio dal Telegraph, De Vrij racconta che si è accorto che qualcosa non andava, grazie a Lukaku.
Chiacchieravano dopo un allenamento – era settembre del 2019, un anno dopo il suo passaggio all’Inter – Lukaku che parlava dello status di svincolato di De Vrij. “Mi ha domandato ‘Hai un contratto firmato?’. Ho detto di no. Lukaku mi ha detto: ‘Ti hanno rappresentato?’ Ho detto: ‘Certo! Sono i miei agenti’. Ha detto che questo non significava che mi rappresentassero. Mi ha detto di controllare il mio contratto”.
L’agenzia era la Sports Entertainment Group (Seg), guidata dall’agente Kees Vos, che rappresenta tra gli altri Erik ten Hag, Rasmus Hojlund, Cody Gakpo e Robin van Persie. Dal passaggio di De Vrij all’Inter la Seg aveva guadagnato una provvigione di 9,5 milioni di euro e aveva diritto a un ulteriore 7,5% sull’eventuale ulteriore compenso pagato per De Vrij. Nell’aprile 2022 De Vrij ha ottenuto un risarcimento di 4,75 milioni di euro più interessi. Nell’aprile di quest’anno, la corte d’appello ha confermato il verdetto e il risarcimento è stato aumentato a 5,2 milioni di euro più interessi.
De Vrij ha seguito il consiglio di Lukaku. “Così ho preso il contratto e vedo ‘Inter’ e nel box dopo ‘rappresentata dalla Seg’. Poi il giocatore: ‘Stefan De Vrij non usa la rappresentanza’. Ero scioccato”. Torna da Lukaku e glielo dice. “E lui dice: ‘Non sai cosa hanno fatto? Rischi di pagare le tasse sulle loro commissioni”. Ho pensato: com’è possibile?”,
“Lukaku diceva: ‘Ok, è vero non c’è un contratto firmato ma in termini di comportamento tuo e di Seg loro ti rappresentano e lavorano per te. Quindi il fisco potrebbe dire che non ti sei avvalso di un agente ma possiamo vedere su Instagram o sul sito web dell’azienda che stanno lavorando per te. Quindi avresti dovuto dichiarare le tasse e avresti dovuto pagare”
Lukaku gli ha pure dato il numero del suo avvocato, Sébastien Ledure, socio dello studio Cresta di Bruxelles. Poi De Vrij ha chiamato il fratello Niels, che lavora nella finanza, e i due hanno deciso di capire esattamente quanto aveva guadagnato la Seg dall’operazione per portarlo all’Inter. De Vrij ammette che, già prima del colloquio con Lukaku, nutriva qualche sospetto. In scadenza di contratto con la Lazio, i rapporti con la società erano diventati difficili. La Lazio non voleva perderlo a parametro zero ed entrambe le parti si accusavano a vicenda. De Vrij dice che la Seg non voleva che firmasse nuovamente con la Lazio.
“Dopo aver firmato il contratto con l’Inter, loro, la Seg, erano così felici. Avrebbero guadagnato forse un decimo della commissione con la Lazio, quindi per loro è stato davvero importante che io firmassi con l’Inter“.
“Sapevo di avere delle ragioni forti e di non avere nulla da nascondere. Avevo la verità dalla mia parte. Loro hanno dovuto spiegare che non mi rappresentavano. Tutto quello che hanno potuto dire è che non li ho pagati direttamente, non ero un cliente e non avevo un contratto firmato. Ma nel diritto olandese è vincolante un accordo verbale. Si trattava di giustizia, quindi non avevo paura”.
“Loro erano quelli che mi dicevano sempre: ‘Sei troppo gentile. Dovresti essere più una merda a volte in questo duro mondo del calcio’ – ricorda De Vrij con un sorriso.