Il capitano si sarebbe aspettato un riconoscimento per il ruolo svolto all’interno di uno spogliatoio turbolento.
Di Lorenzo, con Conte giocherà nei tre dietro. Lo scrive l’edizione napoletana di Repubblica con Pasquale Tina.
La Juventus che da tempo ha lusingato il giocatore con una proposta economica importante. Ma non basta. Il contratto in scadenza nel 2028 mette il Napoli in un’evidente posizione di forza. È il club azzurro a dettare i tempi di una vicenda spinosa da risolvere entro due settimane. È questa la deadline fissata dopo l’incontro di martedì all’hotel Parker: dentro o fuori entro fine mese.
Le incomprensioni in un anno turbolento
Le ultime parole sono state proprio quelle di Giovanni Di Lorenzo in conferenza stampa: «Ora penso alla nazionale e agli Europei, poi affronteremo il tema. Ho già parlato con la società». Tradotto: il giocatore non è arretrato di un centimetro dalle sue intenzioni di ritenere chiuso il suo ciclo. Considera deteriorato in maniera irrimediabile il rapporto con la società. L’incomprensione è scoppiata nel corso di un’annata molto complicata in cui Di Lorenzo si sarebbe aspettato un riconoscimento per il ruolo svolto all’interno di uno spogliatoio turbolento. Non ha gradito neanche il “tutti cedibili” pronunciato da De Laurentiis che — ad onor del vero — è un concetto già espresso dal presidente anche nell’estate che ha preceduto lo scudetto, una sorta di manifesto poi diverso nei singoli casi.
Conte lo considera il suo capitano e gli ha ritagliato un ruolo importante nel 3-4-3 (o 3-4-2-1) che rappresenta l’abito tattico del suo Napoli. Giocherà nel terzetto arretrato, assieme ai due colpi che Giovanni Manna spera di piazzare in tempi brevi.
Di Lorenzo, nelle sue parole non c’è alcuna apertura al Napoli: vuole andar via (Gazzetta)
Il capitano passa al contrattacco ma nelle sue parole non c’è apertura al Napoli o a un’ipotesi di inversione a U. Toccherà al suo agente mediare nei prossimi giorni e capire se qualcosa è cambiato da quando è in Nazionale. Giuffredi raggiungerà la Germania per assistere al match di esordio dell’Italia e magari il giorno dopo parlerà con Di Lorenzo. Lo aggiornerà sulla lunga chiacchierata avuta con Manna e Conte. E chissà, magari anche sulla corte che sottotraccia porta avanti la Juve, pronta ad approfittare di questo momento di massima tensione.
Il capitano è scosso
Di Lorenzo sarà anche serenissimo, ma è normale che sia ancora scosso da quanto accaduto negli ultimi mesi di stagione. E quei fischi nell’ultimo match interno contro il Lecce, durante la sostituzione, potrebbero rappresentare l’ultimo ricordo dell’avventura napoletana. La situazione al momento resta molto delicata, forse irrimediabilmente compromessa.
Di Marzio: «Tutto a posto no. Si può ricucire ma non con un braccio di ferro».
Ecco le parole di Gianluca Di Marzio a Speciale Calciomercato a Sky Sport:
«Tutto a posto no. È stata una giornata di calma apparente. Il Napoli ha confermato la propria posizione. È inflessibile. Per Conte è un calciatore fondamentale, imprescindibile».
Prosegue Di Marzio:
«Di Lorenzo ha un malessere, serviranno ancora rapporti diplomatici tra le parti affinché possa rimanere e possa rimanere in modo più sereno. Di Lorenzo ci ha sempre messo la faccia in tutti i momenti complicati della stagione. Il rapporto va ricucito ma non con un braccio di ferro».
Quagliarella: «se Conte ti chiama e pubblicamente dice che sei inamovibile, si può rimediare. Di Lorenzo è un giocatore importante, ha avuto un anno difficile come tutti. Conte ti migliora, ti tira quel qualcosa in più che tu non hai».
Condò: «c’è qualcosa che non conosciamo, se non c’è qualcosa di abbastanza grosso quando uno come Conte dice quelle cose se tu non chiusi il caso, vuol dire che è successo qualcosa di importante o con la società o a livello ambientale».