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Diane Kruger: «Ero convinta di avere un figlio da sola, avrei deciso tutto senza dover confrontarmi col padre»

A Effe: «Quando mi è scattata la voglia di avere un figlio sono rimasta single, pensavo di farlo anche da sola, poi ho incontrato Norman»

Diane Kruger: «Ero convinta di avere un figlio da sola, avrei deciso tutto senza dover confrontarmi col padre»
Cannes (Francia) 13/05/2018 - Festival del Cinema di Cannes / foto Panoramic/Insidefoto/Image nella foto: Diane Kruger ONLY ITALY

Effe intervista Diane Kruger, portamento da modella (e ballerina, carriera precedente stroncata in adolescenza), colori nordici, allure noir da diva del passato – e infatti sarà Marlene Dietrich in una serie tv che vedremo nel 2025.

Intanto ora David Cronenberg ha voluto lei per il film appena presentato a Cannes, The Shrouds, dove l’attrice recita accanto a Vincent Cassel e Guy Pearce. La storia è in puro stile Cronenberg: un uomo d’a1ari disperato per la morte della moglie inventa una nuova tecnologia, GraveTech, in grado di monitorare i cari defunti nei loro sudari. Un giorno alcune tombe, tra cui proprio quella della moglie.

«L’esperienza che mi ha più commosso sul set è arrivata quando Cronenberg mi ha confessato che questo film per lui era un viaggio introspettivo. Ha perso la moglie nel 2017, gli serviva per superare l’immenso dolore che provava».

E per lei?

«È stata quasi un’esperienza terapeutica, perché mi ha portato a riflettere sul significato dell’esistenza e del rapporto di coppia, sulla fugacità della vita e su quanto sia importante cercare al più presto la felicità vera».

Felicità che ha trovato con Norman Reedus e con sua figlia che ha sei anni.

«Sono felice che sia arrivata tardi. A trent’anni non sarei stata pronta, ero ancora troppo concentrata su me stessa, sulla mia carriera, viaggiavo sempre e amavo frequentare le feste. La maternità è arrivata quando mi sentivo matura abbastanza per mettere la famiglia al primo posto».

Prima non ci aveva mai pensato?

«Sì, intorno ai 35 anni, ci ho provato ma non è successo. Mi era scattata un’improvvisa voglia di avere un figlio. Sono entrata in una specie di crisi esistenziale: mi domandavo a cosa servisse lavorare e guadagnare tanto se non hai dei figli, ho messo in discussione me stessa e le mie scelte ed è in quel momento che sono rimasta single (nel 2016 ha lasciato Joshua Jackson dopo 10 anni, ndr)».

E ha abbandonato l’idea?

Tutt’altro. Mi sono resa conto che avrei voluto un figlio comunque, anche da sola. Mi stavo convincendo che sarebbe stato addirittura più semplice, perché sarei stata l’unica a prendere le decisioni, senza dovermi confrontare con il padre».

Poi ha conosciuto Norman.

«All’inizio ci frequentavamo abbastanza liberamente, senza pensare a una famiglia, ma con il passare del tempo, accorgendoci di stare così bene insieme, l’idea di avere un bambino è diventata naturale. Ed è accaduto spontaneamente, non ce l’aspettavamo, anche perché io ero convinta fosse troppo tardi per me per averne. Nova è stata la bambina più desiderata al mondo. La mia Nova. E Norman, come me, pensa che sia la cosa migliore che gli sia accaduta. Lui aveva già un figlio (Magnus, avuto dalla top danese Helena Christensen, ndr) e si rendeva conto quanto contasse per me vivere questa esperienza».

 

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