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Djokovic, molti per odio sportivo insistono a sottolineare le sue capacità d’attore (Corsera)

Non vinceva due partite di fila al quinto set dal 2012, quando aveva 25 anni. Quel che conta è lasciare un segno profondo. Come ha fatto lui

Djokovic, molti per odio sportivo insistono a sottolineare le sue capacità d’attore (Corsera)
Malaga (Spagna) 23/11/2023 - Coppa Davis / foto Imago/Image Sport nella foto: Novak Djokovic ONLY ITALY

Djokovic, molti per odio sportivo insistono a sottolineare le sue capacità d’attore. Lo scrive il Corriere della Sera con Marco Imarisio e sono pensieri condivisibili. Ieri Djoko ha vinto in cinque set contro Cerundolo, in rimonta, ed è ai quarti del Roland Garros.

Scrive Imarisio:

Quanti match così, quanta resistenza mentale ci vuole. Dieci set e quasi dieci ore di gioco nello spazio di quarantasei ore. Non vinceva due partite di fila al quinto set dal 2012, quando aveva 25 anni. Con buona pace dei molti che per puro odio sportivo insistono a sottolineare le sue capacità attoriali. Ma non è sempre stato così. Nel 2009, quando aveva l’età di Jannik Sinner oggi, Roger Federer, e Andy Roddick lo prendevano spesso in giro per i suoi frequenti ritiri quando le cose andavano male. Senza saperlo, stavano creando un mostro. Djokovic ha imparato nel tempo che essere il più forte, scrivere la storia del tennis, comporta delle responsabilità. Ieri l’unica cosa certa era la sua volontà di finire il match. Un Re non se va così. Molti sono diventati numeri 1 del mondo. Anche Marcelo Rios lo è stato. Quel che conta davvero è altro. Trasfigurarsi, lasciare un segno profondo. Come ha fatto lui.

Djokovic l’immortale: l’Highlander del tennis resuscita ancora una volta e vince (Napolista)

Novak Djokovic è l’Highlander del tennis. Lo ha rifatto. Stesso campo. Due giorni dopo essere rinato contro Musetti, quando tutti lo davano per spacciato (a cominciare dai coach di Lorenzo, persino Barazzutti che di tennis e di atleti tenaci dovrebbe intendersi). Anche oggi, ottavi di finale del Roland Garros, il serbo è stato a un passo dalla sconfitta contro l’argentino Cerundolo (un discreto tennista che il serbo fino a qualche mese fa avrebbe battuto piuttosto agevolmente). Ma non si è fuoriclasse per caso. Non si è per caso con ogni probabilità il tennista più forte di tutti i tempi. Con una struttura psichica da fantascienza nonostante non abbia mai superato la sconfitta in Coppa Davis con Sinner, quei tre match-point che sono un marchio sul proprio orgoglio.

Djokovic ha vinto agevolmente il primo set per 6-1. All’inizio del secondo set ha accusato un problema al ginocchio. Lo ha risolto ma nel frattempo Cerundolo è entrato in partita e lui ne è uscito, o meglio ha giocato a intermittenza. Ha perso due set ed è stato sotto 4-2 nel quarto. Ha commesso errori per lui impensabili. Non reggeva lo scambio. Spesso è dovuto ricorrere alla discesa a rete. Lo hanno salvato il servizio, l’orgoglio e la capacità di capire e sentire i momenti salienti del match. Nel quinto set ha sbagliato pochissimo, si è rigenerato, sembrava un altro tennista.

L’argentino Cerundolo si è smarrito nel finale del quarto set. Ma non è uscito dalla partita, anzi. Ha recuperato un break nel quinto e si è arreso solo sul 4-3 quando ha perso un game che stava vincendo 40-0. Ma di fronte aveva Higlander che come l’araba fenice è risorta dalle sue ceneri. Djokovic è ancora vivo. Sinner deve aspettare almeno un altro turno per sperare di diventare il nuovo numero uno del mondo. A 37 anni Novak non vuole saperne di abdicare. È un gigante dello sport.

A fine match ha detto: «Ho trovato il modo di vincere oggi, non so come. L’unica spiegazione che mi do, siete voi» ha detto rivolgendosi in francese al pubblico di Parigi.

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