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Donnarumma preoccupa Spalletti, in Francia dicono che è in discussione nel Psg (Repubblica)

Il Psg gli avrebbe comunicato che il prossimo anno non ci saranno gerarchie. C’è il problema Barella: ha un affaticamento al retto femorale

Donnarumma preoccupa Spalletti, in Francia dicono che è in discussione nel Psg  (Repubblica)
Db Napoli 23/03/2023 - qualificazioni Euro 2024 / Italia-Inghilterra / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianluigi Donnarumma

Barella e Donnarumma preoccupano Spalletti. Lo scrive l’edizione nazionale di Repubblica.

Se il cantiere tattico è fisiologico, dati i tempi strettissimi dopo un’annata convulsa, Spalletti avrebbe fatto volentieri a meno degli altri imprevisti: fisici per il veterano Nicolò Barella, ancora in dubbio per l’Albania, psicologici per il capitano Gigio Donnarumma, che notizie di fonte francese segnalano come messo in discussione dal Psg per il ruolo di portiere titolare nella prossima stagione.

Per il centrocampista dell’Inter l’affaticamento al retto femorale della gamba destra è l’intoppo nella fase di avvicinamento al torneo tedesco. Ha tutto il tempo per recuperare per l’esordio della Nazionale all’Europeo, ma l’impossibilità di allenarsi (e di giocare l’ultima amichevole, domenica 9 a Empoli con la Bosnia) è comunque un guaio. Hanno di sicuro inciso le 57 partite giocate da Barella, quasi tutte da titolare, a conferma della sua indispensabilità.

Per Donnarumma il problema è di altra natura. Fonti francesi hanno rivelato che proprio in queste ore il Paris Saint-Germain avrebbe comunicato al portiere dell’Italia, l’eroe della vittoria del 2021, che nella prossima stagione Luis Enrique non prevede gerarchie nel ruolo: per il venticinquenne portiere dell’Italia la concorrenza per il posto nel Psg è col coetaneo russo Matvei Safonov, appena ingaggiato dal Krasnodar. La discriminante potrebbe diventare la capacità di giocare coi piedi.

Di Canio: «Donnarumma fa tanti sbagli da portiere di basso livello, è carente con i piedi e va in apprensione»

Il Corriere della Sera ha intervistato Paolo Di Canio, ex calciatore e bandiera della Lazio. Oggi fa il commentatore per Sky Sport, soprattutto della Premier League. Con il quotidiano parla della Nazionale, del calcio italiano e dei convocati di Spalletti tra cui Donnarumma, Fagioli e Scamacca.

La A è una buona palestra per il calcio internazionale?

«Un po’ sta migliorando, ma non lo ritengo un torneo super allenante, per colpa delle ultime 6-8 squadre, troppo facili da affrontare».

Per l’Italia il bis è un sogno proibito?

«Mai dire mai. Del resto tre anni fa dicevamo “mamma mia siamo ancora qui con Bonucci e Chiellini…”. Se pensiamo poi a quello che ha fatto Chiellini nella finale, ad esempio contro Saka: sono cose che fanno la differenza».

I totem non ci sono più.

«È cambiato un po’ tutto, a partire dal c.t. E se guardo il talento che c’è nelle altre squadre, non ne vedo nella nostra. Ma siamo l’Italia. E l’asse Bastoni-Dimarco è fortissimo».

Il modulo non è ancora chiaro: è un problema?

«La flessibilità può essere un vantaggio: l’esempio da seguire è proprio l’Atalanta che ha devastato il Leverkusen».

Jorginho può giocare ai livelli del 2021?

«Non può essere quello di tre anni fa, perché all’epoca era titolare nel Chelsea. Con l’Arsenal è stato titolare solo per un breve periodo. Però ha esperienza, conosce le geometrie, può essere il leader».

Donnarumma, miglior giocatore di Euro 2021, è stato all’altezza di quel premio?

«Donnarumma non è migliorato. Tre anni fa vedevamo delle doti meravigliose: forse ci si aspettava diventasse una macchina da guerra come Buffon, con un errore ogni dieci anni. Invece fa tanti sbagli anche da portiere di basso livello, è carente con i piedi e quindi va in apprensione, alternando poi delle parate incredibili per fisicità e reattività».

La convocazione di Fagioli secondo Di Canio:
«Ne faccio una questione tecnica: è rimasto fuori 8 mesi e non è che la Nazionale debba essere un centro di recupero. Mi pare difficile che Spalletti lo porti in Germania».

Per Scamacca è l’esame di maturità: ci arriva preparato?
«Non preparatissimo, anche se è cresciuto tanto e fa gol meravigliosi. Però fa ancora erroti tipici di chi si accontenta: deve migliorare».

Il Real favorito per la finale di Champions, Ancelotti veniva considerato bollito:
«Quando andò via da Napoli e Everton, dissi che non era più un allenatore che addestra in campo. È perfetto nella gestione dei grandi campioni. E pochissimi sanno farlo».

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