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Emily Blunt, Oppenheimer: «Ho cominciato a recitare a 10 anni, perché soffro di balbuzie

A Voilà: «Matt Damon è un amico. Per vederlo basta scendere di un piano. Oppure andar fuori con il cane la mattina. Sono anni che non lo vedo con le scarpe. È sempre in ciabatte!»

Emily Blunt, Oppenheimer: «Ho cominciato a recitare a 10 anni, perché soffro di balbuzie
EMILY BLUNT.Roma 27/01/2010 Photocall of the film Wolfman. Casa del Cinema - Rome .Photo Samantha Zucchi Insidefoto

Voilà ha intervistato Emily Blunt l’attrice candidata agli Oscar per “Oppenheimer”

Rivedendo la sua incredibile carriera, ha mai pensato che avrebbe avuto tutto questo successo?

«No, anzi, non ho mai sognato di fare l’attrice professionista. Sarei andata all’università e avrei studiato per diventare traduttrice per le Nazioni Unite».

Quante lingue parla?

«Nessuna! (ride) Ho studiato spagnolo alle superiori. Il mio sogno era di vivere per un periodo in Sud America, imparare perfettamente la lingua e poi diventare il miglior traduttore disponibile sul mercato».

E invece… com’è diventata una star del cinema?

«È iniziato tutto con la mia insegnante di teatro che mi ha offerto l’opportunità di guadagnare un po’ di soldi, lavorando per il festival teatrale di Edimburgo. Ho collaborato a vari spettacoli e poi un agente mi ha notata e mi ha chiesto se mi interessasse una carriera nel cinema. Sinceramente non ci avevo mai pensato… poi ha iniziato a mandarmi alle audizioni. Mia madre era molto contenta perché era attrice e aveva rinunciato alla sua carriera per crescere quattro  gli. È stata lei che mi ha consigliato di iniziare a recitare a 10 anni, perché soffro di balbuzie».

E come ha fatto con la balbuzie?

«Balbettare mi ha insegnato molto, è stato un ostacolo da superare, ma non ha certo de nito il mio futuro. Grazie alla recitazione, sono riuscita a tramutare un impedimento fisico trasformandolo in un vantaggio e così ho scoperto la vocazione della mia vita. Cambiare la mia voce, impersonare qualcuno diverso da me, mi aiuta a controllare questo problema. Ma non si guarisce mai. Evito situazioni che possono scatenare la balbuzie. Quando recito non balbetto, è molto tipico, ecco perché probabilmente non sapete che Samuel L. Jackson, Harvey Keitel e Bruce Willis soffrono come me. Vorrei che si parlasse più del problema; per questo motivo collaboro con l’American Institute for Stuttering (AIS), che sprona a fare discorsi in pubblico, anche se questo significa balbettare davanti alla gente. È ora di superare lo stigma, non c’è niente di cui vergognarsi»

Da qualche tempo avete trasferito la famiglia a New York. Non vi piaceva più la California?

«È stato molto bello quando le bambine erano piccole. Ma poi ho lavorato per un periodo a Londra, e mi sono resa conto di quanto mi manchi una città viva, dove poter andare a teatro e camminare insieme a persone comuni. A Los Angeles, per via delle distanze, questo risulta dif cile. Abbiamo trovato un appartamento stupendo a Brooklyn. Ci è stato consigliato da Matt Damon, con cui sono diventata molto amica dopo aver girato “The Adjustment Bureau – O guardiani del destino”. È un’amicizia piuttosto rara in questo mestiere, dove si collabora per mesi e poi si passa a nuovi progetti. Ho tanti colleghi che ammiro, ma quando questa amicizia si estende oltre l’esperienza isolata di un  lm, allora è tutto un altro livello. Matt è una persona bellissima e molto alla mano, sempre disponibile e adoro sua moglie Lucy»

Vi vedete spesso?

«Sì, nel nostro palazzo ci sono diversi attori e attrici e siamo diventati una strana comune. Per Matt è facile vedersi, basta scendere di un piano. Oppure andar fuori con il cane la mattina. Sono anni che non vedo più Matt Damon con le scarpe. È sempre in ciabatte! (ride)»

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