ilNapolista

Gravina (e Spalletti) modello “Quo vado” di Zalone: la poltrona non si molla

Conferenza surreale. La frase cult del presidente Figc: “Non fuggo di fronte alle responsabilità”». Il solito tono monocorde da lotta all’insonnia

Gravina (e Spalletti) modello “Quo vado” di Zalone: la poltrona non si molla
Italian Football Federation (FIGC) President Gabriele Gravina (R) and Italy's head coach Luciano Spalletti attend a press conference at the team's base camp in Iserlohn, on June 30, 2024, after they were eliminated by Switzerland in a round of 16 match of the UEFA Euro 2024 football championship. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Gravina (e Spalletti) modello “Quo vado” di Zalone: la poltrona non si molla.

È un classico italiano. Altrimenti Checco Zalone non avrebbe girato un film di straordinario successo al botteghino: 65 milioni di euro. Al confronto, “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi (36 milioni) è stato un flop.

Non che ci si aspettasse qualcosa di diverso. Le parole di Gravina sono state il solito nulla impastato col niente:

“Ho parlato con Spalletti, ieri sera: non ha senso interrompere un progetto che è pluriennale (per la serie. dovrete sopportarci a lungo, ndr), ed è cominciato solo da otto mesi”. 

La conferenza del presidente della Federcalcio è tutta nel tono monocorde. Quel tono che sarebbe l’ideale per soffre d’insonnia o  ha figli resistenti al sonno. A Gravina i pargoli cederebbero. Registrate la sua conferenza e vedrete che in Italia l’insonnia si ridurrà almeno del 50%.

In soldoni Gravina ha detto: io non schiodo, la poltrona non la mollo. C’è pure chi gli ha chiesto se le critiche lo avessero amareggiato. Mah. Se l’è presa con le leggi, con l’elevato numero degli stranieri. Mancava poco che dicesse: “dovreste ringraziarci, noi siamo qui a fare miracoli in un contesto che va in tutt’altra direzione”.

Splendida la frase di rito con cui ha cominciato: “Siamo tutti responsabili”. Il che ovviamente equivale all’esatto contrario, ossia nessuno è responsabile. Ci ha tenuto a precisare che

“C’è da cambiare qualcosa, rivedere l’approccio, ci saranno delle riflessioni profonde. Ieri abbiamo iniziato a confrontarci”.

Lo ha ripetuto più volte. Ieri sera hanno iniziato a confrontarsi. Anche con Buffon

Poi uno dei piatti forti:

“Io i problemi li affronto con il lavoro, non ho la cultura di fuggire di fronte a responsabilità che mi coinvolgono.

Non possiamo pensare che con altri atti in Italia fioriscano i Mbappé e i Messi, ci vuole pazienza. Il talento c’è. Tutte le nostre nazionali giovanili sono qualificate alle fasi finali. Non possiamo pensare di vincere un titolo europeo con ragazzi che hanno dimostrato grande talento e tecnica con presenze zero”.

E quindi il succo della vicenda:

“Non esiste nell’ambito di una governance federale qualcuno che dall’esterno possa pretendere le dimissioni”
.

Come a dire: veniteci a prendere se ne siete capaci.

C’è spazio anche per la protesta.

“Ci sono delle leggi che impediscono di prendere queste scelte. E’ un fatto culturale, che passa attraverso alcuni numeri. Il 67% dei giocatori è straniero, abbiamo circa il 32% di giocatori selezionabili”.

Gravina lo comprendiamo, cosa farebbe senza la Figc? Spalletti meno. Un lavoro lo troverebbe anche facilmente, e pure di prestigio.

ilnapolista © riproduzione riservata