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I nazionali di oggi sono amici, ai tempi di Gerrard, Lampard e Neville si odiavano (Telegraph)

E’ finita l’era delle cricche da club, quando i campioni fingevano di volersi bene. Adesso in ritiro è tutta una “bromance”

I nazionali di oggi sono amici, ai tempi di Gerrard, Lampard e Neville si odiavano (Telegraph)
England's midfielder #10 Jude Bellingham reacduring the Euro 2024 qualifying group C football match between England and Italy at Wembley, in London, on October 17, 2023. (Photo by Adrian DENNIS / AFP) / NOT FOR MARKETING OR ADVERTISING USE / RESTRICTED TO EDITORIAL USE

Dice il Telegraph che è in corso una vera e propria “bromance” tra Jude Bellingham e Trent Alexander-Arnold. E che questa non è l’unica amicizia che sta sbocciando nella nazionale inglese. Pensate che quando hanno chiesto al difensore del Brighton Lewis Dunk chi fosse il suo miglior amico in ritiro, quello ha risposto Dean Henderson, ovvero in teoria un acerrimo rivale del Crystal Palace. E insomma, scrive il giornale inglese, sono finiti i tempi cupi delle “cricche di club” in nazionale, con i campioni che fingevano di andare d’accordo ma che in realtà si odiavano.

La famosa “mentalità da club inglese” che ha rovinato i giorni di Steven Gerrard, Gary Neville, Rio Ferdinand e Frank Lampard, non c’è più. Parlando prima degli Europei -ricorda il Telegraph – l’ex centrocampista del Liverpool Gerrard ha rivelato che fingeva di apprezzare la coppia dello United Neville e Ferdinand in nazionale: “Quando ti schieri nel tunnel contro Rio e Gary Neville vuoi fare tutto ciò che è in tuo potere per batterli, c’è odio lì, è esattamente così. Quando li incontri con l’Inghilterra fai finta che ti piacciano, ma poi la tua carriera finisce, la loro carriera finisce e l’amicizia inizia davvero. Non ho altro che rispetto per Rio come giocatore, ha giocato per un top club per tutta la vita, è anche un bravo ragazzo”.

Ferdinand e Lampard erano cresciuti insieme al West Ham, ma quando erano allo United e al Chelsea si schifavano. Lo ammetteva anche Ferdinand: “In quel periodo la nostra comunicazione si è semplicemente disintegrata. Dipendeva, dal mio punto di vista, dall’ossessione di vincere. Non volevo vedere Frank avere un vantaggio su di me. È stato lo stesso con Stevie e l’Inghilterra, quando stavamo battagliando contro il Liverpool per la Premier League, non volevo sedermi e bere una birra con lui”.

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