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Il Mondiale per club è a rischio, non c’è l’accordo economico tra Infantino e i top club

Ci sono concrete possibilità che slitti al 2027. City, Madrid e Bayern chiedono molto di più. Gli sponsor sono in stand-by, i calciatori temono gli infortuni

Il Mondiale per club è a rischio, non c’è l’accordo economico tra Infantino e i top club
FIFA President Gianni Infantino delivers closing remarks during the 74th FIFA Congress in Bangkok on May 17, 2024. The 74th FIFA Congress is taking place in Bangkok with member associations voting on a range of issues including confirmation of the host nation or nations for the 2027 women's football World Cup. (Photo by Manan VATSYAYANA / AFP)

Il Mondiale per club del 2025 non è più così sicuro. La macchina organizzativa messa in piedi dalla Fifa e da Infantino (che la presiede) sta incontrando non pochi ostacoli e la manifestazione è seriamente a rischio. Ci sono concrete possibilità che la  prima edizione dell’evento tanto atteso slitti di due anni, cioè al 2027. Anche perché Infantino punta molto sull’evento e un flop potrebbe far perdere allure a una manifestazione che nei piani della Fifa dovrebbe diventare centrale nel calendario internazionale del football.

Le difficoltà sono di varia natura. Innanzitutto, e ovviamente, economici. Non c’è ancora l’accordo tra la Fifa e i club più prestigiosi con in testa Real Madrid, Manchester City, Bayern Monaco. Le cifre che sono circolate sui media non sono quelle che state offerte ai club che quindi hanno chiesto introiti più alti per convincere giocatori, allenatori, equipe a sobbarcarsi un’altra manifestazione al termine di stagioni già massacranti. Non è un caso che non siano state stabilite le città in cui si giocherà né gli stadi. È tutto ancora in stand-by e di conseguenza anche gli sponsor hanno sposato una posizione attendista. Una cosa è mettere il proprio nome a una kermesse con Mbappé, Bellingham, Haaland e De Bruyne. E un’altra è farla con calciatori sì bravi ma di richiamo decisamente minore.

Poi c’è la questione – molto dibattuta in questo periodo – dell’usura dei giocatori che si sottopongono a ritmi molto sostenuti per non dire infernali. Sul punto si sono espressi tanti allenatori. Giocano circa sessanta partite a stagione e il sindacato internazionale dei calciatori ha già ricordato alla Fifa che gli atleti hanno diritto alle loro ferie tra una stagione e l’altra. Il calendario è zeppo. Il prossimo anno prenderà il via anche la Champions extra-large oltre ai normali campionati e alle coppe nazionali. Quest’anno, dal 15 giugno al 15 luglio, si giocheranno gli Europei. E dopo un mese si ripartirà. Gli infortuni sono aumentati. Anche quelli seri come le rotture dei legamenti. Gli atleti restano uomini, non sono macchine.

A un anno dal Mondiale per club, sono tanti i punti interrogativi. E al momento l’orientamento prevalente sembra essere quello di rinviare di un paio di anni, al 2027, il varo della manifestazione la cui idea resta in piedi. Ma nulla è ancora deciso. Se si raggiungesse un accordo economico ritenuto soddisfacente dai club più importanti, ad esempio, le cose potrebbero prendere una piega diversa. Ma per ora la situazione è quella descritta.

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