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Il tennis è sempre più uno sport di squadra: tra coach vari e staff, è “un circo itinerante” (Guardian)

Il Tour è sempre più affollato. Ogni giocatore viaggia con preparatori, fisioterapisti mental coach e amici. Ormai al Roland Garros c’è persino il salone per i tatuaggi

Il tennis è sempre più uno sport di squadra: tra coach vari e staff, è “un circo itinerante” (Guardian)
NEW YORK, NEW YORK - SEPTEMBER 07: Darren Cahill, coach of Jannik Sinner of Italy, looks on during his Menís Singles Quarterfinal match against Carlos Alcaraz of Spain on Day Ten of the 2022 US Open at USTA Billie Jean King National Tennis Center on September 07, 2022 in the Flushing neighborhood of the Queens borough of New York City. Julian Finney/Getty Images/AFP (Photo by JULIAN FINNEY / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)

Il tennis è sempre più uno sport di squadra. Anzi, di team. Gli entourage dei giocatori si sono gonfiati a dismisura. Prima (solo) i migliori giocatori viaggiavano con un allenatore appena, ora il pacchetto standard al seguito comprende preparatori atletici, fisioterapisti, mental coach, e uno se non due head coach.

“È bello trovare il team che lavora per te”, dice Taylor Fritz. “Da subito ho investito in un fisioterapista a tempo pieno. È fondamentale perché prendersi cura del corpo è la cosa più importante. Non appena sei nella top 100 e hai i soldi per permettertelo, ne vale sicuramente la pena. Si ripaga da solo“.

E’ un fenomeno fisiologico nella crescita del tennis, scrive il Guardian. Un “circo itinerante”. Certo,
c’è ancora un enorme contrasto tra i giocatori più ricchi che possono permettersi di viaggiare con piccoli eserciti di aiutanti e il resto del tour, ma i montepremi in crescita dei tornei più grandi hanno permesso a più giocatori di investire nei team.

Madison Keys dice che ormai “c’è un sacco di gente in giro tutto il tempo. Siamo davvero un circo itinerante”.

Questi entourage sono più che semplici membri dello show. I giocatori sono circondati da familiari e amici, i loro box sono abitati anche di agenti e sponsor. Per Tommy Paul, con i 1000 di due settimane, e meno opportunità di tornare a casa, “se vuoi avere degli amici, devi portarli in viaggio”.

“Non è necessario trascorrere molto tempo nelle players lounge dei tornei di tutto il mondo per comprendere le implicazioni di questi entourage in crescita – scrive il GuardianNon tutti i tornei sono progettati per gestire il numero di persone che arrivano ogni anno. Fritz dice: “In molti Slam, nei primi turni ci sono uomini, donne e 128 persone su entrambi i fronti. Ottenere un lettino per il trattamento agli Open di Francia è stato praticamente impossibile quest’anno nei primi due giorni”.

Con così tante persone accreditate, i tornei hanno anche numerosi servizi extra ormai, tra cui saloni di bellezza e persino un salone per tatuaggi al Roland Garros. A Wimbledon, la maggior parte dei giocatori è limitata a tre accrediti per i membri della propria squadra, ma i giocatori classificati e gli ex campioni ne ricevono altri. Ci sono anche aree riservate ai giocatori in cui i tornei limitano l’ingresso di alcuni membri della squadra o ospiti.

Per Azarenka è ancora un fenomeno agli inizi: “Rispetto ad altri sport, per la scienza e i dati siano ancora piuttosto indietro. Rispetto al golf, al calcio, a tutto. Penso che in un certo senso siamo piuttosto conservativi e giovani. Le squadre stanno diventando molto più grandi, le persone usano più attrezzature, le persone usano più dati. Ma in confronto, al momento è piuttosto basso”.

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