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Infantino: «Svizzera-Italia? Tiferò l’arbitro perché sono italiano, sono svizzero e il presidente della Fifa»

Il suo intervento sulla Stampa: «Soprattutto perché sono un appassionato di calcio, renderò particolarmente felice Pierluigi Collina»

Infantino: «Svizzera-Italia? Tiferò l’arbitro perché sono italiano, sono svizzero e il presidente della Fifa»
FIFA President Gianni Infantino reacts before Indonesia's President Joko Widodo awards him the Star of Merit, locally known as the 'Bintang Jasa Pratama', for his services to Indonesian football at the Presidential Palace in Jakarta on November 10, 2023, on the opening day of the FIFA U-17 World Cup. (Photo by AFP)

«Guarderò la partita con particolare attenzione. Sono italiano. Sono svizzero. Sono il presidente della Fifa ma soprattutto sono un appassionato di calcio». Lo scrive il presidente della Fifa, Gianni Infantino, in un intervento sulla Stampa a proposito degli ottavi di finale di Euro 2024 tra Svizzera e Italia.

Sulla Stampa: «Farò contento il mio amico Pierluigi Collina»

«Novembre 1984, la mia prima Svizzera-Italia da spettatore. Un’amichevole. Si giocava a Losanna, avevo 14 anni, per il calcio provavo già un amore enorme e sconfinato. Ricordo molte cose di quel giorno di quasi quarant’anni fa. Cito, in ordine sparso: per l’Italia Tancredi in porta, il gol di Cabrini, l’adorato Paolo Rossi titolare, così come il mio idolo assoluto Altobelli; per la Svizzera il gol su punizione di Bregy, nato praticamente dove sono nato io. Io a Briga, lui a Raron, ma devo ammettere che sapesse giocare molto meglio di me. Quella sfida è terminata 1-1 e io me ne sono andato abbastanza soddisfatto dallo stadio».

«Negli anni, ho visto diverse sfide fra Italia e Svizzera, anche a livello Under 21. Per quella che si sta per giocare, sono in ogni caso molto sereno, perché so per chi tifare: rendendo particolarmente felice il mio amico Pierluigi Collina, tiferò per l’arbitro. Perché sono il presidente della Fifa. Perché sono italiano. Perché sono svizzero, ma soprattutto perché sono un appassionato di calcio».

Il Mondiale per club è a rischio, non c’è l’accordo economico tra Infantino e i top club

Il Mondiale per club del 2025 non è più così sicuro. La macchina organizzativa messa in piedi dalla Fifa e da Infantino (che la presiede) sta incontrando non pochi ostacoli e la manifestazione è seriamente a rischio. Ci sono concrete possibilità che la  prima edizione dell’evento tanto atteso slitti di due anni, cioè al 2027. Anche perché Infantino punta molto sull’evento e un flop potrebbe far perdere allure a una manifestazione che nei piani della Fifa dovrebbe diventare centrale nel calendario internazionale del football.

Le difficoltà sono di varia natura. Innanzitutto, e ovviamente, economici. Non c’è ancora l’accordo tra la Fifa e i club più prestigiosi con in testa Real Madrid, Manchester City, Bayern Monaco. Le cifre che sono circolate sui media non sono quelle che state offerte ai club che quindi hanno chiesto introiti più alti per convincere giocatori, allenatori, equipe a sobbarcarsi un’altra manifestazione al termine di stagioni già massacranti. Non è un caso che non siano state stabilite le città in cui si giocherà né gli stadi. È tutto ancora in stand-by e di conseguenza anche gli sponsor hanno sposato una posizione attendista. Una cosa è mettere il proprio nome a una kermesse con Mbappé, Bellingham, Haaland e De Bruyne. E un’altra è farla con calciatori sì bravi ma di richiamo decisamente minore.

Poi c’è la questione – molto dibattuta in questo periodo – dell’usura dei giocatori che si sottopongono a ritmi molto sostenuti per non dire infernali. Sul punto si sono espressi tanti allenatori. Giocano circa sessanta partite a stagione e il sindacato internazionale dei calciatori ha già ricordato alla Fifa che gli atleti hanno diritto alle loro ferie tra una stagione e l’altra. Il calendario è zeppo. Il prossimo anno prenderà il via anche la Champions extra-large oltre ai normali campionati e alle coppe nazionali. Quest’anno, dal 15 giugno al 15 luglio, si giocheranno gli Europei. E dopo un mese si ripartirà. Gli infortuni sono aumentati. Anche quelli seri come le rotture dei legamenti. Gli atleti restano uomini, non sono macchine.

A un anno dal Mondiale per club, sono tanti i punti interrogativi. E al momento l’orientamento prevalente sembra essere quello di rinviare di un paio di anni, al 2027, il varo della manifestazione la cui idea resta in piedi. Ma nulla è ancora deciso. Se si raggiungesse un accordo economico ritenuto soddisfacente dai club più importanti, ad esempio, le cose potrebbero prendere una piega diversa. Ma per ora la situazione è quella descritta.

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