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Italia indecente. Spalletti tolga il disturbo, il ruolo di ct non fa per lui

La Svizzera ci domina e ci manda a casa. Per fortuna vince solo 2-0. Spalletti esce senza neanche difendere le sue idee né farci capire quali fossero

Italia indecente. Spalletti tolga il disturbo, il ruolo di ct non fa per lui
Italy's head coach Luciano Spalletti reacts during the UEFA Euro 2024 round of 16 football match between Switzerland and Italy at the Olympiastadion Berlin in Berlin on June 29, 2024. (Photo by Fabrice COFFRINI / AFP)

Italia indecente. Spalletti tolga il disturbo, il ruolo di ct non fa per lui

Si va a casa. Meritatamente. La Svizzera ci batte 2-0 ma il punteggio è persino generoso con noi. L’Italia non ha mai tirato in porta. E ora si può dire che il nostro Europeo è stato penoso. Una sola vittoria, contro l’Albania. Mazziatone con la Spagna. Pareggio fortunoso al 97esimo contro la Croazia. E il nulla di oggi. Sappiamo che veniamo da due qualificazioni Mondiali fallite ma quest’Europeo è stato davvero brutto. Ha fornito un’immagine mortificante del nostro movimento. Una delle Nazionali più brutte di sempre. E vero che la Svizzera si era qualificata al Mondiale al posto nostro ma non ci aveva mai dominato, avevamo sbagliato due rigori. Oggi ci ha impartito una lezione di calcio, non era mai accaduto. Italia tra l’impresentabile, l’inguardabile e l’indecente.

L’Italia cambi presidente Figc e chiami Allegri

Non ce ne voglia Spalletti, che è un signor allenatore, ma – come detto – è il caso di chiedersi se possa fare il commissario tecnico della Nazionale. Siamo onesti: non è il suo stagno. È costretto a nuotare in acque a lui estranee. Al nostro movimento serve altro. Innanzitutto servirebbe una nuova Federcalcio che cambiasse il modo di crescere i nostri giovani calciatori. In Italia non si gioca più pallone, ai ragazzini viene insegnato il calcio geometrico. Di questo passo l’Italia del calcio non conterà più niente. Lo ripetiamo: nuovo presidente Figc e Allegri ct. Altrimenti lo sprofondo sarà lungo e doloroso. Spalletti è uomo intelligente. Ha anche il diritto di tornare a divertirsi e a costruire il calcio che piace a lui.

Passiamo alla partita. E il giudizio è che alla fine, dopo quattro partite, non si è capito quale idea di Italia avesse Spalletti. Per la Svizzera ha nuovamente stravolto la formazione. Ha sempre difeso Jorginho e poi lo ha fatto fuori per il match a eliminazione diretta. Ha rimesso in attacco Chiesa e Scamacca, come se nulla fosse. El Shaarawy preferito a Zaccagni poi mandato in campo per disperazione a inizio secondo tempo. E di nuovo la difesa a quattro. Il turn over è anche giusto me deve seguire un’idea. L’impressione è che il ct non abbia avuto il coraggio di andare in fondo con le proprie di idee. Il che non è mai un buon segno. La fortuna ti aiuta una volta, magari anche due ma il dio del calcio ti gratifica se scorge un progetto. Altrimenti ti abbandona. E infatti ti ha abbandonato dopo averti aiutato sacrificando i croati.

La Nazionale andava a tre all’ora

Pochi minuti prima del fischio d’inizio hanno inquadrato Gravina che ha mostrato lo stesso d’animo di chi sta per entrare il sala operatoria. Il primo tempo è stato un pianto alla Maddalena. L’Italia andava a tre all’ora. Incapace di fare tre passaggi di fila. L’1-0 a fine primo tempo stava persino stretto agli svizzeri che sono apparsi persino modesti dal punto di vista della qualità individuale, soprattutto in avanti. Una squadra appena appena più forte ce ne avrebbe segnati quattro nei primi 45 minuti. E invece loro di gol ne hanno fatto uno solo (con Freuler), con un palo e un gol mangiato da Embolo. Sono stati ricompensati a inizio ripresa col raddoppio al primo minuto del secondo tempo. Con Vargas.

I nostri sembravano intontiti. Come se avessero ingerito una sostanza rallentante. Dalla panchina se la godeva il ct svizzero Yakin un incrocio tra il signor Burns dei Simpson e Gru il cattivo dei Minions. Ci hanno provato a far tornarci in partita, con un tentativo di autogol (palo su colpo di testa che aveva messo fuori gioco Sommer). Nel secondo tempo gli unici a crederci, per contratto, erano Caressa (di più) e Bergomi (di meno).

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