Ai canali Uefa: «Ha qualità, potenziale per aiutarci. Questo è un gruppo di ragazzi che vorrebbero crescere, imparare e migliorare ogni giorno»
Jorginho, centrocampista dell’Arsenal e dell’Italia, ha rilasciato una breve intervista ai canali uefa dove ha parlato degli Europei e delle sfide che attenderanno l’Italia.
Il ricordo della vittoria a Wembley:
«Ci pensiamo tutti. Penso che sia stato un momento speciale, lo abbiamo vissuto con un gruppo di persone fantastiche. Pressione da campioni in carica? Quando giochi in questo tipo di tornei, c’è sempre una certa pressione. Ma arriviamo a questo torneo con calma, sapendo cosa dobbiamo e possiamo fare. Crediamo in quello che stiamo facendo. Penso che sia la cosa più importante».
Il girone complicato:
«È un girone difficile con grandi squadre. È un gruppo che ci terrà impegnati, ma ce la giocheremo perché anche noi siamo una grande squadra. Penso che sarà un bellissimo spettacolo per chi ama il calcio».
Jorginho: «La filosofia di gioco è simile a quella dell’Italia del 2021»
Sulle differenze tra l’Italia campione d’Europa e questa:
«Questo è un gruppo di ragazzi che vorrebbero crescere, imparare e migliorare ogni giorno. Tutti sono disponibili. Penso che questo sia molto importante. Ci sono alcune somiglianze. Anche la filosofia di gioco è simile. Cerchiamo sempre di imporre il gioco, di tenere la palla perché ce lo chiede l’allenatore, anche grazie alle caratteristiche dei giocatori che abbiamo a disposizione. Sta a noi mettere in campo quello che ci chiederà l’allenatore, ed è proprio quello che stiamo cercando di fare».
Poi su Scamacca:
«Penso che possiamo fidarci di lui, ci può dare tanto. Ha qualità, potenziale per aiutarci. Ci aspettiamo tanto da lui, così come dagli altri, deve dare il massimo e mettersi a disposizione della squadra, perché alla fine quello che conta è il gruppo e la squadra».
Euro2024, l’Italia vista da Athletic: “dipende da Barella ed è troppo debole nelle transizioni difensive”
The Athletic ha tracciato un profilo della nuova Italia di Spalletti.
“Fino allo scorso marzo, Spalletti sembrava intenzionato a giocare a quattro. Tuttavia, il c.t. dell’Italia ha dichiarato di voler fare «qualcosa di moderno» prima delle amichevoli di marzo.
La differenza è stata il passaggio a un terzetto invece del quartetto che l’Italia ha adottato nelle partite di Spalletti nelle qualificazioni europee. Nelle sue prime sei partite, il 4-3-3 dell’Italia in fase di possesso dipendeva dal gioco d’ala con rotazioni flessibili tra il terzino, il numero 8 e l’ala per rompere le squadre nelle aree larghe“.