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Di Lorenzo: «È un onore essere allenati da Spalletti e da Conte. Ho parlato con il Napoli, sono sereno»

In conferenza: «Le parole di Conte? Vuol dire che quel ho fatto, è stato apprezzato. Hanno scritto che sono triste. Sono str… quelle che scrivono»

Di Lorenzo: «È un onore essere allenati da Spalletti e da Conte. Ho parlato con il Napoli, sono sereno»
Db Napoli 23/03/2023 - qualificazioni Euro 2024 / Italia-Inghilterra / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giovanni Di Lorenzo

La conferenza stampa di Giovanni Di Lorenzo, capitano del Napoli. Ci sarà lui al fianco di Buffon, pronto a rispondere alle domande dei giornalisti presenti a Casa Azzurri a Iserlohn.

Di Lorenzo: «Io sono serenissimo. Sto preparando il secondo Europeo»

Avete visto l’evoluzione di Tamberi?
«L’abbiamo guardato, abbiamo sempre seguito l’Italia agli Europei. Tamberi l’ho conosciuto ad una premiazione a Napoli. Facciamo il tifo per lui e per tutta la nazionale».

«Quando uno raggiunge certi risultati ci sta lasciarsi andare ai festeggiamenti. In Nazionale non so chi può somigliare a Tamberi».

Hai pensato di poter vivere con due allenatori tra i migliori in Italia?
«Stanno facendo una carriera incredibile. Solo complimenti, è un onore essere allenati da loro».

«Io sono serenissimo. Sto preparando il secondo Europeo. Per me che ho fatto un percorso venendo dal basso raggiungere un secondo europeo e motivo di orgoglio. Voglio far bene per accantonare un po’ la stagione mia e del Napoli».

«Penso che siamo rimasti in sette otto giocatori, l’anima è la stessa. Oltre a essere grandi calciatori, questo gruppo ha dentro grandi uomini. Una delle cose fondamentali per raggiungere grandi obiettivi».

La tua versione sul Napoli:
«Non ho ancora parlato perché la Nazionale decide chi parla. Io non ho problemi. Si sta scrivendo tanto, io parlato con la società. Sono sereno. La concentrazione è massima su questa competizione. Quello che da fastisdio è questo continuo supporre cose. A me interessa fare bene qua».

«Sono serenissimo. Hanno scritto che sono triste. Sono stronzate quelle che scrivono. Poi la gente vuole mettere in giro voci per alimentare. Sono serenissimo di affrontare questo torneo con l’Italia e la concentrazione è qua. Poi quando ci sarà il momento di parlare del Napoli, lo farà e ci metterò la faccia come ho fatto sempre».

«Il mister sta provando tante soluzioni. Sarò il mister a scegliere la formazione. Tre partite del girone e ci sarà spazio e bisogno di tutti».

Qualcuno dei nuovi che ti ha sorpreso?
«Scamacca lo conoscevo, quest’anno ha trovato continuità. Dei nuovi Calafiori penso che in questi primi giorni mi ha fatto una buona impressione, a conferma del campionato che ha fatto a Bologna. Non lo conoscevo».

L’impressione è che abbiate provato la linea a tre. Forse vi trovate più a vostro agio con la linea a quattro?
«Sono scelte del mister. Gli schemi arrivano fino a un certo punto. Uno schema è limitante. Siamo 26 giocatori di grande livello, la cosa che è positiva è che tanti sanno interpretare più moduli».

«Il calcio va veloce. Quest’anno è stata un’annata negativa per me e per tutto il Napoli. Non siamo riusciti a confermare il livello dell’anno passato. Ma questo è il calcio, non sempre si ottiene quello che uno vuole».

Ascoltare la stima di Conte, che effetto ti fa? La risposta di Di Lorenzo:
«Non c’è stato un episodio, siamo un gruppo unito e sano. Nessuno vuole prevalere sull’altro, una cosa bella che ci può portare lontano. In campo dobbiamo riportare questa cosa qui. Su Conte posso solo essere contento di quello che ha detto, è un grandissimo allenatore. Essere stimato da lui e da grandi allenatori fa piacere. Vuol dire che quello che ho fatto è stato apprezzato».

Spalletti è cambiato o è lo stesso di sempre:
«Non è cambiato, ama  stare in campo e far capire le sue idee ai giocatori. Ovviamente qui il tempo e minore, ci sono sedute più lunghe o qualche video in più ma tutto sta nella regola sua. Dobbiamo essere bravi ad assimilare quello che ci chiede. Lo vedo bello carico e motivato».

Di Lorenzo ancora sul futuro:
«Come ho detto ho parlato con la società a fine stagione e poi sono venuto in Nazionale. Quando sarà il momento parlerò del Napoli. Adesso la mia concentrazione è qua. L’ultimo ritiro,  quello dell’altro europeo, siamo stati a Coverciano. Venire qui è stata una bella emozione. Ho vissuto l’Europeo itinerante, è stata una bella emozione venire qua. Fa capire quanti italiani ci sono in giro per il mondo e quanto la Nazionale sia seguita. Un motivo in più per noi per dare il massimo».

Prima di Di Lorenzo, l’introduzione di Buffon

Come vive l’avvicinamento all’Europeo?
«Avevo molta curiosità dei miei sentimenti e su come mi sarei preparato a questo appuntamento. Da quattro cinque giorni, saranno riflessi incondizionati, le sensazioni che vivo sono analoghe. Il grado di adrenalina, tensione, lucidità sulle cose aumenta in maniera notevole rispetto ai primi giorni. Ci tengo a dare il mio piccolo contributo, ci tengo che tutti noi possiamo fare cose belle».

«Questa è una nazionale sottostimata ma secondo me è molto competitiva, prima di tutto per lo spessore umano dei ragazzi. Questa è la cosa che mi ha sorpreso di più. Il loro atteggiamento, quello di chi con grande umiltà si mette a disposizione della linea guida dell’allenatore e delle federazione. Ci sono quattro, cinque, sei elementi che facciano parte del gotha del calcio europeo e anche mondiale. Questo significa che oltre a un ottimo gruppo, che è fondamentale, abbiamo anche le individualità che consentono di poter fare una bella competizione».

Su Donnarumma e Vicario. Farai un salto nei ricordi a Duisburg?
«Penso che Duisburg lo lasciamo tra i ricordi. Molte volte il ricordo è molto più bello rispetto al contraccolpo della realtà. Gigio penso sia un punto fermissimo e di forza della nostra squadra. Contro la Bosnia una parata eccezionale. Questo ci dà ulteriori sicurezze, garanzie di poter essere competitivi anche quando nella sfida puoi essere messo alle corde perché sai che dietro hai un baluardo solido. Su Vicario confermo la crescita, affidabilissimo, è un portiere che sta vivendo una parabola eccezionale. L’esperienza in Premier gli ha fatto fare uno step ulteriore. Ricordiamoci anche di Meret che non è l’ultimo arrivato. L’Italia ha disposizione una fucina di talenta come non si vedeva da tantissimi anni».

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