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La guerra tra Premier League e Manchester City: sequestrate mail, sms, chat sul City dal 2009 (Times)

Richiesta della Premier a tutti i personaggi di spicco, compresi gli ex amministratori delegati. È escalation giudiziaria

La guerra tra Premier League e Manchester City: sequestrate mail, sms, chat sul City dal 2009 (Times)
Manchester City's Spanish manager Pep Guardiola (L) kisses Manchester City's Norwegian striker #09 Erling Haaland after winning the 2023 UEFA Super Cup football match between Manchester City and Sevilla at the Georgios Karaiskakis Stadium in Piraeus on August 16, 2023. (Photo by Spyros BAKALIS / AFP)

La guerra legale tra Premier League e Stati proprietari del Medio Oriente va verso un escalation. Dopo la causa – definita “esistenziale” dalla stampa inglese – del Manchester City contro la lega per eliminare i controlli finanziari sugli accordi con “parti correlate” (lo stratagemma che usano i club “di Stato” per aggirare il Fair Play Finanziario), ecco che il sistema risponde: in vista della prima udienza del processo sui 115 capi d’accusa cui deve rispondere il City – scrive il Times – “tutti personaggi di spicco della Premier hanno dovuto consegnare e-mail, messaggi WhatsApp e sms che riguardavano il Manchester City. I funzionari dovranno divulgare tutte le comunicazioni che fanno riferimento al City risalti al 2009. Compresi Richard Masters, amministratore delegato della Premier League, e il suo predecessore, Richard Scudamore.

A novembre i campioni d’Inghilterra dovranno comparire davanti a una commissione indipendente a novembre, accusati dalla Lega di aver nascosto pagamenti tramite terzi mascherandoli come entrate da sponsorizzazioni. Il City ovviamente nega qualsiasi illecito.

La mossa – scrive il Times – è un’ulteriore escalation di quella che sta diventando una crisi esistenziale per il calcio inglese, dopo che il City ha avviato un’azione legale separata contro la Premier League. Il City sostiene che le regole progettate per limitare quanto le società legate ai proprietari dei club possono pagare in sponsorizzazione sono illegali. Vuole abolire queste regole e poi avviare una seconda causa per i danni.

Il Times tratteggia “una guerra civile tra i club della Premier League, con il City che sostiene che i proprietari di Abu Dhabi sono vittime di “discriminazione” e che le regole sulle transazioni con parti correlati (Apt), introdotte nel dicembre 2021, equivalgono a una “tirannia della maggioranza”. Dicono anche che le regole sono progettate per soffocare il loro futuro successo in campo. Mentre circa 10-12 club della Premier League sostengono il campionato, altri sono più solidali con il City”.

All’ultima votazione, il 9 febbraio scorso, sulle regole dell’Apt c’è stata una divisione netta. Il City si oppose all’inasprimento delle regole, insieme al Newcastle United (a maggioranza saudita), al Chelsea (comproprietario di Clearlake Capital, che gestisce miliardi di sterline di denaro saudita), allo Sheffield United (di proprietà saudita), al Nottingham Forest ( parte di una struttura proprietaria multi-club) ed Everton. Aston Villa e Crystal Palace si sono astenute, con Liverpool, Manchester United, Arsenal, Tottenham Hotspur, Bournemouth, Brentford, Brighton, Burnley, Fulham, Luton, West Ham United e Wolverhampton che formano una maggioranza di 12 club.

IL GUARDIAN: “UNA CAUSA NAUSEANTE”

“E’ difficile decidere quale sia l’aspetto più nauseante dell’intera vicenda. Forse è l’accozzaglia di populismo e urla pubblicizzate dagli avvocati e dai portavoce del City. Si veda ad esempio il quadro trumpiano profondamente cinico, l’idea che questa sia una battaglia combattuta contro le élite. Qui abbiamo una monarchia ereditaria più ricca di Dio, proprietaria della squadra di calcio più potente del mondo, che in qualche modo si presenta come outsider”.

Ma “forse la parte più nauseante è l’assurdità libertaria del libero mercato, la roba sulla “libertà commerciale” spesso ripetuta a pappagallo da persone che non capiscono cosa sia un libero mercato. Ciò si riferisce all’assurda affermazione secondo cui consentire a un’entità di propaganda di spendere ciò che vuole per ragioni non commerciali significa in qualche modo “consentire al mercato di funzionare”. In realtà è il contrario, una distorsione del mercato attraverso sussidi statali e obiettivi di pubbliche relazioni che non hanno nulla a che fare con il valore o la concorrenza, che ci porta a risultati non di mercato così spaventosi come la vendita di Neymar per 220 milioni di euro. Il fantasma di Milton Friedman dice: questo non è capitalismo. È più vicino all’economia pianificata”.

E “poi c’è la frase terribilmente stonata “tirannia della maggioranza”, usata qui per descrivere la cosa più tirannica tra tutte, la democrazia. Nel suo contesto appropriato, la citazione di John Stuart Mill dovrebbe descrivere uno stato di governo della massa, in cui nessuna istituzione regola gli impulsi della mandria. Non tanto l’uomo più ricco al tavolo che non riesce a farsi strada in un voto in sala consiglio. Ma questa è la prospettiva miliardaria autocratica. L’ état c’est nous. E non si deve permettere che qualcosa si intrometta nell’esercizio del potere. Sembra ancora sport?”.

“Inoltre, non è realmente il Manchester City a perseguire questi obiettivi, ma l’entità che lo possiede e lo controlla, un governo con un’agenda politica molto chiara. Perché, a parte la cieca stupida avidità, qualcuno dovrebbe volere che un governo possegga una squadra di calcio? I governi non sono imprese benevole. Il governo del Regno Unito vende armi e uccide persone per proteggere i propri interessi. Il governo degli Stati Uniti è una macchina imperialista. Cosa ci aspettavamo che Abu Dhabi facesse esattamente qui? Giocare pulito?”.

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