“Non scendere in campo non renderebbe la storia meno straordinaria. Ha simbolicamente preso il numero 26 come riconoscenza verso i suoi compagni rimasti a casa”
The Athletic si concentra su una delle storie più incredibili e commoventi di questo Euro 2024. Si tratta di Josip Ilicic, lo sloveno che in Italia conosciamo bene. Ha incantato tutti i tifosi, anche quelli avversari. Di lui si ricordano le magie al Palermo e soprattutto all’Atalanta (nel mezzo anche un’esperienza alla Fiorentina). Poi però il buio su di lui per problemi fisici ma soprattutto per problemi legati alla sua salute mentale. A sofferto talmente tanto che Gasperini, vedendolo all’ospedale, rimase scioccato.
La paure di Ilicic ad Euro 2024 forse sono definitivamente sparite
I giocatori della nazionale slovena “sono solo contenti di averlo qui. Perché la sola idea di quello che ha passato quattro anni fa è assurda, quando Ilicic si è preso una pausa dal calcio per la prima volta a causa di problemi di salute mentale“.
Così come era assurda la seconda pausa dal calcio sempre per gli stessi problemi. “All’inizio della scorsa stagione non era nemmeno nella rosa del Maribor, il suo club in Slovenia, ed era stato costretto ad allenarsi da solo“.
Ma quella di Ilicic è una storia di vera resilienza, di amore puro verso il calcio. “Lui è qui, e in un torneo che produrrà un sacco di storie notevoli, la presenza di Ilicic è forse la più notevole“.
In Italia si aveva la sensazione che non si fosse espresso al massimo del suo potenziale. “Più di un allenatore mise in dubbio la sua etica del lavoro. Ma Gian Piero Gasperini lo ha risvegliato“. Prima al Palermo nel 2012-13 e poi all’Atalanta.
“Non era solo un giocatore chiave, ma uno che faceva cose che facevano ridere a crepapelle la squadra“. Ha segnato in qualunque modo, “di tacco, dalla linea di metà campo. Ha segnato cinque triplette nelle sue prime tre stagioni a Bergamo, inclusi quattro gol in una partita contro il Valencia“. E dire che non è nemmeno un attaccante. Ma la sua salute, sia fisica che mentale, purtroppo era troppo fragile.
“Inizialmente, è stato ricoverato in ospedale per quella che si è rivelata essere un’infezione ai linfonodi. Alla fine, gli antibiotici hanno risolto il problema, ma tutto ciò ha avuto un impatto anche mentale. È stato gravemente colpito dalla morte improvvisa di Davide Astori ed è stato ossessionato dal pensiero che potesse succedere anche a lui“.
A Sky Sport disse: «Avevo paura di andare a dormire. Pensavo che non mi sarei mai più svegliato la mattina e rivisto la mia famiglia. È stato difficile riprendersi: parti da sotto zero e devi riabituarti a muoverti e correre, come se fossi un bambino». Si era ripresa, ma Bergamo nel 202o divenne l’epicentro del Covid in Europa. “Le sirene che risuonavano in città iniziarono a ricordargli la guerra nell’ex Jugoslavia quando era un ragazzino. Ilicic era nato in Bosnia da una famiglia croata; dopo che suo padre fu ucciso quando aveva solo un anno, sua madre lo portò con suo fratello a Kranj“.
Ha praticamente saltato due stagione. Nessuna intervista, nessuna apparizione. Di lui si avevano notizie indirette. “Giocò un’ultima volta nel 2022 dalla panchina nell’ultima partita di Serie A dell’Atalanta quel maggio, ma il suo contratto fu rescisso di comune accordo ad agosto“. L’adorazione da parte di Bergamo per lui non è mai finita. “Quando l’Atalanta visitò lo Sturm Graz in Europa League nell’ottobre dell’anno scorso, un pullman pieno di tifosi diretti in Austria si fermò a Maribor durante il tragitto per fare visita al loro eroe“.
La convocazione in nazionale e la riconoscenza verso i suoi compagni della Slovenia
Dopo aver lasciato l’Atalanta, è tornato al Maribor. Accolto come un eroe che ritorna a casa. “All’inizio della scorsa stagione, all’età di 35 anni, era fuori forma. Si era scontrato con l’allora allenatore del Maribor, che lo aveva messo fuori rosa e lo aveva costretto ad allenarsi da solo“. L’allenatore fu licenziato lo scorso ottobre e sostituito da Ante Simundza. Una delle prime cose che fece il nuovo allenatore fu riportarlo in squadra. “A febbraio era di nuovo titolare fisso, segnando gol e fornendo assist. Ilicic era rinato“.
Prestazioni che lo hanno premiato con la convocazione in Nazionale. Non accadeva dall’ottobre del 2021. “L’inclusione di Ilicic nella squadra finale di 26 uomini per il torneo è stata il culmine di una straordinaria storia di rinascita“. Ma ha voluto comunque dare un segno di riconoscenza verso i compagni che erano rimasti a casa per fargli posto e che magari erano più in condizione di lui. Come cenno a quei giocatori che nelle qualificazioni avevano portato la Slovenia all’Europeo, Ilicic “ha simbolicamente preso il numero 26 come numero di squadra, riconoscendo che altri avevano fatto il grosso del lavoro“.
“Anche se non scendesse in campo a Euro 2024 (oggi potrebbe essere la loro ultima partita contro l’Inghilterra) ciò non rende la storia molto meno straordinaria“.