Spalletti tira fuori dal cilindro un’Italia contiana che ha nascosto fino all’ultimo momento: palude tattica in mezzo, terzini in fascia, attaccanti da lavoro
Il 3-5-2 tirato fuori da Spalletti ieri sera in occasione della partita decisiva contro la Croazia, alla Gazzetta ha ricordato “l’ermetismo di Conte”. Il ct dell’Italia ha rinunciato al calcio bello e dominante per coprirsi di più e sfruttare le ripartenze. Lo schema tattico spesso seguito dall’attuale tecnico del Napoli.
Spalletti tira fuori dal cilindro un’Italia contiana
Scrive la Gazzetta dello Sport:
Dall’idea guardiolesca di un calcio bello e dominante (3-2-5) siano rinculati in tre partite all’ermetismo di Conte: palude tattica in mezzo, terzini in fascia, attaccanti da lavoro (3-5-2). Violini rimessi nel fodero: Chiesa, Frattesi, Scamacca… La squadra ha pagato la confusione. Spalletti tira fuori dal cilindro un’Italia contiana che ha nascosto fino all’ultimo momento: 3-5-2 con due terzini a tutta fascia (il rinfrancato Di Lorenzo e il recuperato Dimarco); in panca gli arrembanti Frattesi e Chiesa, al fianco del centravanti di sfondamento (Scamacca), in campo due punte di movimento e
sacrificio.
Anche il ct lo ha ammesso ieri sera: «Avevo l’esigenza di assorbire i tagli centrali»
Il ct dell’Italia, Luciano Spalletti, intervistato da Sky prima di Italia-Croazia da Marco Nosotti, spiega la scelta del 3-5-2:
«Noi già in America e a Empoli si è giocato così. Le convocazioni lo facevano intendere. Era una cosa sulla quale ci eravamo parlati. Avevo l’esigenza di mettere uno più vicino alla prima punta. Abbiamo dato colpe a Scamacca ma è rimasto un po’ da solo nella prima partita. Avevo l’esigenza di assorbire i tagli centrali che faranno loro. Loro hanno due terzini che spingono moltissimo. Così manteniamo intatta la qualità in mezzo al campo».