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Littbarski: «E’ tornato di moda il dribbling, per anni le giovanili hanno penalizzato i piccoletti»

L’intervista alla Süddeutsche: “Il mio preferito è Foden, il mio idolo Cruyff. I dribblatori sono anche forti fisicamente, guardate Messi”

Littbarski: «E’ tornato di moda il dribbling, per anni le giovanili hanno penalizzato i piccoletti»
Spain's Lamine Yamal (L) and Georgia's Georgia's midfielder Luka Gagnidze fight for the ball during the UEFA Euro 2024 qualifying first round group A football match between Georgia and Spain in Tbilisi on September 8, 2023. (Photo by Vano SHLAMOV / AFP)

Noi non li chiamiamo mica così: il metodo “Panzerkracker”, o il metodo “Rififi”. Ma i tedeschi hanno una parola unica un po’ per tutto. E’ semanticamente la loro specialità. E quindi sì: “Panzerkracker” e “Rififi”. Rispettivamente: i tiri da fuori, o l’avvicinamento alla porta tramite dribbling. Scrive la Süddeutsche Zeitung che sono tornati di moda entrambi, a questo Europeo. E per parlarci del secondo, la nobilissima arte del dribbling, loro hanno chiesto al mitico Pierre Littbarski, detto Litti, campione del Mondo a Italia 90.

Per un po’ i dribblatori sono stati davvero malvisti. Ho visto da vicino lo sviluppo nei centri di formazione giovanile tedeschi. Per anni i più piccoli erano esclusi, mentre i ragazzi forti che sapevano correre ma avevano problemi con la palla giocavano un ruolo molto più importante. Durante il mio lavoro di scouting per il Wolfsburg, ho guardato anche molte partite della Youth League, e le squadre che avevano questi dribblatori piccoli erano sempre molto più interessanti. Sono molto felice che abbiamo di nuovo i palleggiatori, che siamo tornati a un bel calcio. Guarda Lionel Messi, forse il miglior dribblatore di tutti: è fisicamente forte, il che significa che non viene facilmente buttato fuori campo. La cosa cruciale è il suo baricentro basso. Può ballare e battere gli avversari. E ha il tempismo per alzare il ritmo al momento giusto e lasciare indietro gli avversari”.

Oggi i giocatori più tecnici vengono schierati sempre di più in mezzo al campo… come Wirtz e Musiala. “Ma credo che sia anche una questione di sistema di gioco e che si veda questa tendenza perché i terzini spingono molto di più negli spazi esterni. Lo si vede nell’Italia, soprattutto a sinistra con Dimarco. Ma con la Nazionale turca o inglese per esempio non è così. Cerchi gli spazi in cui puoi dribblare e dove è efficace”.

Ne fa una questione di origini. “I più grandi andavano in porta, i più lenti in difesa e ai più piccoli veniva permesso di fare quello che volevano. Giocavamo cinque contro cinque o otto contro otto e tu volevi solo tenere la palla. Poi è successo che giocavo con gente che non era così brava con la palla. Quindi ho dovuto passare molto tempo con la palla. Naturalmente, in seguito sono stato molto felice di avere la possibilità di giocare con giocatori migliori”. 

Un palleggiatore ha bisogno di personalità: “Quando vedo Wirtz riconosco una fiducia in me stesso che trovo estremamente buona. Musiala è un po’ diverso. Ha conservato qualcosa di infantile, e non lo dico affatto in senso dispregiativo. Anzi, il contrario. Vuole solo divertirsi. Per me è stato così per molto tempo. Più pensi al successo o al fallimento, meno rischi finirai per correre“.

Il modello di Littbarski era “Johan Cruyff. Un giocatore molto aggraziato. Aveva anche assolutamente personalità. La notavi anche quando giocava una partita di beneficenza. Si vedeva che era un leader assoluto, molto intelligente e capace di trascinare la gente”.

Oggi ci sono Lamine Yamal e Nico Willimas. “Yamal credo che poi, come Messi, andrà di più al centro e nelle mezze aree perché semplicemente ha più qualità oltre al solo saper dribblare. Deve migliorare la finalizzazione e deve muoversi in modo un po’ più variabile sul piede destro; va molto sul piede sinistro. Williams è leggermente migliorato nella rifinitura. Ha un buon mix di movimenti brevi ma anche una velocità fantastica. Tuttavia non mi piace all’esterno perché semplicemente non segna abbastanza gol. Questo è un problema per molti giocatori esterni. Phil Foden lo amo! Direi che è un palleggiatore moderno. Ha tutte le qualità: robustezza e profondità, quindi può giocare in tanti ruoli: esterno e mezza posizione. È incredibilmente intelligente e adattabile. È a suo agio in molti sistemi e tattiche. Deve essere un piacere lavorare con lui”.

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