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Llorente: «Il tiki taka? Non c’è bisogno di passarsi la palla di continuo. Pure il contropiede è spettacolo»

Intervista a La Stampa: «Chi ha fatto un dogma del tiki taka, non ha capito niente. Era una chiave adatta a esaltare quegli uomini»

Llorente: «Il tiki taka? Non c’è bisogno di passarsi la palla di continuo. Pure il contropiede è spettacolo»
Napoli 14/09/2019 - campionato di calcio serie A / Napoli-Sampdoria / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Fernando Llorente

Fernando Llorente, a Napoli, intervistato da La Stampa, a firma Giulia Zonca. È la vigilia di Italia-Spagna.

Llorente ricorda la finale degli Europei del 2012 che finì 4-0 per gli spagnoli che erano campioni d’Europa 2008 e del Mondo 2010.

Dice Llorente di quella partita:

«Vi siete snaturati e noi abbiamo scoperto di essere tanto speciali da togliervi certezze. Un enorme riconoscimento. Avete lasciato la vostra tradizione. Non ce lo aspettavamo davvero, eravamo pronti a una lotta, allo sfinimento. Credo che l’Italia abbia provato a giocare come noi ed era impossibile. Eravamo una squadra pazzesca. Quando è finita, prima ancora di esultare, ci siamo guardati e ci siamo visti meravigliosi. Mi vengono ancora i brividi».

Llorente spiega perché la Spagna giocava col tiki taka

Però questa Spagna ha abbandonato il tiki taka.
Llorente: «E ha fatto vedere che si può essere belli anche senza. Non c’è bisogno di passarsi la palla di continuo, alla velocità di oggi pure il contropiede è uno spettacolo. Io vedo Rodri e lo trovo un interprete di bellissimo calcio. Il tiki taka era una chiave adatta a esaltare quegli uomini, chi ne ha fatto un dogma non ha capito niente. Non è una religione, è uno stile».

Perché in Italia facciamo più fatica ad affidarci ai giovani in campo e non solo?
«Per voi la fisicità è un requisito chiave e capita che gli acerbi abbiano i numeri e non la statura, a voi solo la stazza dà certezze. Forse vale anche per le questioni non sportive, ma non lo so». 

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