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Ludovico Peregrini e le gaffe di Mike: «A una concorrente con un vestito a fiori disse: bello, a casa ho un divano uguale»

Il signor no al Corriere: «Ho cominciato con Pippo Baudo che un inquieto ti chiamava alle due di notte. Mike era molto più controllato»

Ludovico Peregrini e le gaffe di Mike: «A una concorrente con un vestito a fiori disse: bello, a casa ho un divano uguale»

In concomitanza con i 100 anni dalla nascita di Mike Bongiorno, il 26 maggio 1924, Corriere.it ha intervistato Ludovico Peregrini il «Signor No» del «Rischiatutto», e di decine di altri quiz.

Ha cominciato con Pippo Baudo, non con Mike Bongiorno.
«Facevo l’ultimo anno di Lettere alla Cattolica e un mio ex compagno di università che lavorava in Rai, Guido Clericetti, mi disse: cerchiamo un giovane tuttofare per un programma musicale che si chiama Settevoci: vuoi venire tu?».

Un successone della tv degli anni Sessanta.
«E con Baudo ci prendemmo subito. Lui aveva 29 anni, io 23, passavamo ore a chiacchierare di tutto a zonzo per Milano. Sono stato testimone delle sue prime nozze con Angela Lippi».

Che differenze ci sono tra Baudo e Bongiorno?
«Pippo era più viscerale, impulsivo, uno sempre inquieto che ti chiamava alle due di notte. Mike era molto più controllato, anche se era un ritardatario cronico».

Lei non frequentava Mike.
«Lui era un notturno e io un diurno, lui era sportivo e io no, lui guardava la tv e io leggevo. Poi lui non amava dare confidenza».

Ma quella gaffe del divano è vera?
«A una concorrente con un vestito a fiori disse: bello, pensi che a casa ho un divano uguale. La più bella però è un’altra».

Quale?
«In radio un conduttore, parlando della sua passione per le immersioni, gli fa un complimento: lei deve essere un sub eccezionale. E lui: macché, sono solo un sub normale…».

È vero che il Rischiatutto doveva chiamarsi Repentaglio?
«Sì, orrendo. Pensi cosa abbiamo rischiato…».

La migliore delle vallette?
«Sabina Ciuffini. Nonostante parlasse poco, aveva grande personalità e gambe bellissime. La più bizzarra però fu Paola Manfrin, aveva 16 anni e di fare la valletta non gliene fregava niente. Doveva girare una ruota e Mike le chiedeva sempre se avesse le mani pulite. Così una volta sui palmi scrisse “asino chi legge” e glieli mostrò. Rise anche lui».

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