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Malagò: «Fare uno stadio in Italia è come fare il 13 al Totocalcio tre volte consecutive»

A Radio 1: «La burocrazia non è ancora sistemata per bene. Olimpiadi? Più un’opportunità che un costo. Indagini su Milano-Cortina? Lo sport è vittima di queste vicende».

Malagò: «Fare uno stadio in Italia è come fare il 13 al Totocalcio tre volte consecutive»
Roma 01/02/2024 - Il Presidente della Repubblica incontra la squadra di Coppa Davis / foto Image Sport nella foto: Giovanni Malago’

Giovanni Malagò, presidente del Coni, è intervenuto a Radio 1 per parlare della questione stadi e della possibilità di ospitare le Olimpiadi in Italia.

Malagò: «Fare uno stadio in Italia è come fare il 13 al Totocalcio tre volte consecutive»

«Per fare uno stadio in Italia serve una serie di combinazioni tale che sarebbe dire come fare ’13’ al Totocalcio non una volta, ma per tre settimane di seguito. Da noi è tutto più complicato. La burocrazia ancora non si è sistemata, mi auguro che ci riesca questo Governo, sennò tutti pagheremo un prezzo molto alto».

Più un costo o un’opportunità ospitare le Olimpiadi?

«Io sono di parte, ma per me sono una opportunità. È chiaro che ci deve essere una valutazione di quello che è l’aumento dei costi. Quando la Francia si è aggiudicata l’opportunità di organizzare le Olimpiadi a Parigi, era stato fissato un budget, ma si parla di sette anni fa. È normale un aumento del 30-35% rispetto ad allora, considerando la pandemia e l’inflazione. Bisognerà vedere se l’eredità di tutto questo giustifica e ammortizza questi investimenti. Se sulla Senna veramente rimarrà un percorso balneabile, sarà una grande risorsa. Poi hanno fatto un paio di impianti con i quali nei prossimi cento anni potranno candidarsi per ospitare altre manifestazioni, sportive e non solo. Secondo me organizzare un’Olimpiade è ancora un’opportunità, più che un costo».

Sulle criticità in merito a Milano-Cortina 2026:

«Milano-Cortina saranno i migliori Giochi invernali di sempre, pur con tutte le criticità che ci sono. Indagini in corso? Lo sport è estraneo a queste vicende e ne è vittima. C’è stata una precisa presa di posizione da parte del Governo per chiarire la natura della Fondazione. Ci sono stati problemi e ritardi che riguardano la parte delle opere, non dell’organizzazione dell’evento, nella migliore delle tradizioni di questo Paese. Si tratta di due organizzazioni completamente diverse, una pubblica che deve realizzare le strade, le infrastrutture, l’impiantistica, quindi gli accessi, che sta recuperando ma non è competenza nostra, e la Fondazione, che si occupa dell’organizzazione e della promozione dei Giochi».

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