ilNapolista

Marc Marquez cade subito: quanto piacciono i vecchi all’industria italiana (Ducati, Ferrari, Juve)

La caduta di Assen nella sprint ci ricorda che la Ducati si è accodata al malcostume italiano di preferire sempre gli anziani, come con Ronaldo e Hamilton

Marc Marquez cade subito: quanto piacciono i vecchi all’industria italiana (Ducati, Ferrari, Juve)
Montmelo’ 26/05/2024 - gara Motogp / foto Panoramic/Image Sport nella foto: Marc Marquez ONLY ITALY

Marc Marquez va subito a terra: quanto piacciono i vecchi all’industria italiana (Ducati, Ferrari, Juve).

Marc Marquez va subito a terra nella gara sprint di Assen. Era andato a terra anche in qualifica. La caduta del catalano, la cui forza sulle due ruote è pari solo alla sua proverbiale scorrettezza (che raggiunse il suo acme quando si mise a marcare a uomo Valentino Rossi per fargli perdere il Mondiale), ci offre l’occasione per una breve considerazione sull’amore dell’industria italiana per i vecchi. Per i campioni anziani. A conferma che l’Italia è un paese per i vecchi, dove manca qualsiasi investimento sui giovani.

Non è un caso che la Juventus abbia cominciato la sua parabola discendente con l’acquisto di Cristiano Ronaldo. La Ferrari ha annunciato a sorpresa l’ingaggio di Lewis Hamilton che ha un luminoso avvenire dietro le spalle. E persino la Ducati, che in teoria indossava gli abiti della diversità, si è accodata a questo malcostume italiano. Bisognava scegliere il secondo pilota ufficiale da affiancare a Pecco Bagnaia. E tra Martin (non proprio l’ultimo arrivato) e Marquez, hanno scelto Marquez. Peraltro sorvolando sui criteri di correttezza e anche sul parere di Bagnaia (autentico fuoriclasse) che ufficialmente non ha detto nulla ma era ovvio che avrebbe preferito Jorge Martin.

L’Italia proprio non ce la fa. Del resto basta vedere come funziona il sistema di cooptazione nel nostro Paese, nelle nostre università. Speravamo che la Ducati fosse diversa. Ci eravamo illusi.

Marquez promette a parole: «Bagnaia? La guerra si fa in pista. Nei box regnerà la calma»

Marquez guiderà per il team ufficiale Ducati dall’anno prossimo. Per lui non ci sono mai state altre alternative: o la moto ufficiale o l’addio alla Ducati. Lo racconta in un’intervista a El Larguero :«È semplice. Uno dei motivi, il principale, è che se devi guadagnartelo in pista, devi avere le stesse armi, e ora non le ho. Ma non è una scusa e sto dimostrando di poter essere competitivo. Un’altra cosa è che sono stato molto chiaro sul fatto che non sarei passato da una squadra satellite a un’altra. E il terzo punto: gli atleti non hanno solo contratti sportivi, ma ci sono altri sponsor che mi hanno seguito per tutta la carriera e una multinazionale chiude a settembre per i prossimi due anni e non può aspettare. Non era fattibile».

Marc: «L’anno prossimo punto al titolo. Ho già un piano in testa»

L’obiettivo per l’anno prossimo è puntare al titolo.

«L’anno prossimo dovremo lottare per il titolo. Per quattro anni sono stato vittima di infortuni, senza risultati, e poi la motivazione è difficile da mantenere. E soprattutto la fiducia. Ho in testa un piano, una strategia, e sta andando benissimo».

Niente congratulazioni da Bagnaia.

«No, no, ma mi ha chiamato l’amministratore delegato della Ducati (Claudio Domenicali) e mi ha fatto i complimenti».

L’armonia che ci sarà nel team.

«Il box deve essere calmo. La guerra in pista, calma nei box».

Gigi Dall’Igna, la chiave del suo arrivo in Ducati ufficiale.

«Con Gigi abbiamo sempre avuto un rapporto molto diretto e sincero, e sono in Ducati grazie a Gigi Dall’Igna. È l’ingegnere che ha reso vincente tutto quello a cui ha messo mano. Una delle frasi che gli ho detto quando abbiamo iniziato a parlare è: “Per me la cosa più importante del 25 e del 26 è che tu sia ancora in Ducati, giusto? Perché altrimenti non c’è nemmeno bisogno di sedersi”».

ilnapolista © riproduzione riservata