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Mbappé come Socrates, si è preso il posto scomodo del campione che fa politica (El Paìs)

“Ha usato il potente altoparlante del calcio. E oggi è più bello ascoltare la Marsigliese che cantarono i francesi contro la Germania nazista”

Mbappé come Socrates, si è preso il posto scomodo del campione che fa politica (El Paìs)
France's forward Kylian Mbappe reacts during a press conference at the Algarve stadium, in Faro on June 15, 2023, on the eve of their UEFA Euro 2024 group B qualification football match against Gibraltar. (Photo by FRANCK FIFE / AFP)

Kylian Mbappé, prima di rompersi il naso, “con la naturalezza di chi porta in testa un messaggio chiaro e preparato, ha usato il potente altoparlante del calcio per invitare i giovani a votare alle elezioni legislative del 30 giugno e a contribuire all’instaurazione di un cordone sanitario che fermi la destra estrema”. Per El Paìs “il suo discorso non era quello di uno qualsiasi. Era l’appello di un simbolo della Francia, del giocatore considerato il migliore del mondo, recentemente ingaggiato dal Real Madrid e grande stella di questo Europeo. È vero che Mbappé non ha pronunciato il nome del partito ultranazionalista né quello del suo candidato, Jordan Bardella, ma è altrettanto vero che ha sottoscritto tutto ciò che il giorno prima aveva detto il suo compagno di squadra e amico Marcus Thuram. Non solo ha citato espressamente il partito di Le Pen, ma ha anche chiesto di non votarlo”.

Il quotidiano spagnolo scrive di “onda d’urto del posizionamento di Mbappé”, insomma dell’effetto domino. E poi azzarda IL paragone. “Non sono stati molti i casi di giocatori che hanno osato fare una dichiarazione politica, ma si sono sempre distinti. Uno dei più ricordati è il brasiliano Sócrates, che partecipò alle manifestazioni clandestine del Partito dei Lavoratori di Lula durante la dittatura militare. Nel suo club, il Corinthians, ha anche sperimentato un modello gestionale in cui i giocatori decidevano le formazioni tramite voto. Questa fu battezzata come Democrazia Corinthiana. Nelle partite con il Brasile era normale portare un nastro tra i capelli sul quale scriveva slogan di protesta come No alla fame, No all’apartheid, Democrazia, Pace, Reagan assassino, Giustizia per i poveri, oppure Vincere o perdere, ma con la democrazia.

Ci fu anche “il tedesco Paul Breitner, giocatore del Real Madrid sotto il Franchismo, che sostenne uno sciopero dei lavoratori dell’ormai defunta Standard, uno dei principali fornitori della Compagnia Telefonica Nazionale, l’ex Telefónica”. Oppure “l’attaccante del Liverpool Robbie Fowler che dopo aver segnato un gol, alzò la maglia per mostrarne un’altra in cui chiedeva condizioni migliori per i portuali del cantiere navale”.

Insomma, per El Paìs “Mbappé ormai occupa quel posto scomodo per la maggior parte dei calciatori, ma forse ascoltare l’inno della Marsigliese oggi ha più senso che mai. La stessa Marsigliese che cantarono i tifosi francesi ai Mondiali del 1938, in Francia, dopo che i giocatori tedeschi avevano fatto il saluto nazista. Quel giorno Parigi era Casablanca”.

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