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Moratti: «Gasperini? Mi spiacque esonerarlo ma non aveva vinto una partita nemmeno in precampionato»

A Oggi: «Benitez era gelosissimo, forse invidiosissimo di Mourinho. Fece togliere le sue foto dalla Pinetina. Di Mancini non mi fidavo più»

Moratti: «Gasperini? Mi spiacque esonerarlo ma non aveva vinto una partita nemmeno in precampionato»
Db Milano 11/07/2023 - funerali Luisito Suarez / foto Daniele Buffa/Image nella foto: Massimo Moratti

Moratti: «Gasperini? Mi spiacque esonerarlo ma non aveva vinto una partita nemmeno in precampionato».

Nei giorni in cui l’Inter, subito dopo aver vinto lo scudetto, ha cambiato proprietà, Oggi intervista l’ex presidente Massimo Moratti

«Mia moglie mi chiede tutte le sere se ho ricomprato l’Inter. E io devo trovare sempre una scusa nuova per giustificarmi. Comprare l’Inter è un impegno non da poco».

Le grandi sono spesso di proprietà dei fondi.

«Le grandi finiscono a chi ha i soldi». 

È finita un’epoca?

«Per certe squadre forse sì. Il presidente-tifoso oggi è più difficile. Può esserci in società con costi inferiori ».

Ma lei si è pentito di aver preso l’Inter?

«Tutt’altro. È stata un’esperienza bellissima, e non lo dico solo per le tante vittorie. Fare il presidente di una società come l’Inter ti insegna la pazienza, il distacco da certe situazioni, la capacità di decidere velocemente senza avere dubbi. Ti insegna anche la responsabilità per quello che fai. E devi – devi assolutamente! – andare a letto con la preoccupazione dei soldi».

Tradotto: devi essere il padrone oltre che il presidente?

«Esatto. Altrimenti sei un funzionario»

Lei licenziò Mancini dopo aver vinto lo scudetto.

«L’Inter andava benissimo con Mancini. Ma dopo l’eliminazione con il Liverpool, con un campionato ancora da vincere, disse pubblicamente che se ne sarebbe andato. Dopo tre giorni cambiò idea e voleva restare. Ma io non potevo più fidarmi. E ho cercato Mourinho. Ma a Mancini resto affezionatissimo».

Che allenatore è stato Mourinho?

«L’ho preso perché mi ricordava Herrera. Quando era al Porto, prima della semifinale di Champions lo intervistarono chiedendogli come avrebbe affrontato gli avversari. Lui rispose: non parlo della semifinale, sto pensando alla finale».

Più tecnico o più istrione?

«Più tecnico. Era molto serio e professionale. Poi c’erano le sue dichiarazioni, che infiammavano la piazza».

Ma dopo la vittoria della Champions se ne andò dallo stadio sull’auto di Florentino Pérez, il presidente del Real Madrid.

«Voleva provare una cosa nuova, e io capisco sempre chi vuole cambiare. Ma dopo un po’ di mesi mi telefonò: presidente, mi trovo bene a Madrid, ma l’Inter è un’altra cosa»

L’allenatore del momento è Gasperini. Che cosa non funzionò con lui all’Inter?

«Niente. Non funzionò niente. La squadra non riusciva a seguire le sue indicazioni. Mi spiacque esonerarlo, ma non aveva vinto neanche una partita, precampionato compreso».

Benitez?

«Arrivò dopo Mourinho, di cui era gelosissimo, forse invidiosissimo. Ci fece togliere tutte le sue foto dalla Pinetina. Alla squadra disse: siete vecchi, Mourinho vi ha spremuto, ora tocca a me rimettere a posto le cose. Non rendendosi conto, tra l’altro, che così dava un alibi ai giocatori».

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