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Platini: «Quando l’allenatore mostra gli schemi al giocatore… beh, mi sta sulle palle. Lascialo giocare, no?»

A Tuttosport: «Non è il calcio dei calciatori, ma degli allenatori oggi. I giocatori mi sembrano tutti uguali, stereotipati, affinché in una squadra sia più importante l’allenatore»

Platini: «Quando l’allenatore mostra gli schemi al giocatore… beh, mi sta sulle palle. Lascialo giocare, no?»
FIFA President Sepp Blatter and UEFA President Michelle Platini PUBLICATIONxNOTxINxUKxFRAxNEDxESPxSWExPOLxCHNxJPN FIFA President Sepp Blatter and UEFA President Michelle Platini PUBLICATIONxNOTxINxUKxFRAxNEDxESPxSWExPOLxCHNxJPN

Michel Platini, ex presidente Uefa ed ex giocatore della Juventus, ha rilasciato un’intervista a Tuttosport. Con il direttore del quotidiano, Guido Vaciago, parla di come è cambiato il calcio rispetto ai suoi tempi.

Platini: «Il City di Guardiola a volte mi ricorda la Roma di Liedholm dove giocava Ancelotti»

Guardiola o Ancelotti?
«Non scelgo, sono due amici e sono eccezionali tutti e due. Due modi completamente differenti di interpretare il calcio,
entrambi efficaci, anche se alla fine il City di Guardiola a volte mi ricorda la Roma di Liedholm dove giocava Ancelotti. Buffo no? Liedholm diceva: se il pallone ce l’abbiamo noi, non ce l’hanno gli altri, stessa filosofi a del City».

La sua Juventus però batteva sempre la Roma di Liedholm.
«Ma quando Zibì è andato da loro, abbiamo beccato due volte 3-0! Quanto mi piaceva giocare a Roma ad aprile, mi ricordo lo stadio, il cielo meraviglioso, le battute dei romani che mi facevano sempre ridere. Sono dei momenti bellissimi
della mia vita, magari non mi ricordo il risultato, ma mi ricordo l’ambiente. Lo sai, io sono sempre stato un po’ strano».

Negli ultimi vent’anni il calcio è migliorato o peggiorato?
«Mmmm è complicato. Per me il calcio come evento in uno stadio è migliorato, però i giocatori mi sembrano un po’ tutti uguali, un po’ stereotipati o, comunque, fatti perché in una squadra sia più importante l’allenatore rispetto ai calciatori
che non osano più, non dribblano, non provano a inventare qualcosa, sono frenati dagli allenatori. Non è il calcio dei calciatori, ma il calcio degli allenatori oggi, con meno talento, meno fantasia, più corsa e posizionamento. Credo che si
dovrebbe tornare un po’ al calcio dei calciatori, è più divertente. E poi ci sono sei/sette squadre che concentrano i migliori giocatori del mondo e questo è un po’ meno divertente, perché ai miei tempi erano più distribuiti. Poi, attenzione, il gioco rimane divertente, ci sono dei grandi campioni che mi divertono. Dopo però quando vedo un giocatore che entra in campo e l’allenatore gli mostra il foglio con gli schemi… beh, quello mi sta sulle palle: ma lascialo giocare, no?».

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