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Pogacar: «Allo scorso Tour de France c’era energia negativa intorno a me. È stato un momento difficile»

All’Equipe: «Ogni anno sono più maturo, imparo dalle mie esperienze, dai miei errori. Quando non mi divertirò più, mi ritirerò»

Pogacar: «Allo scorso Tour de France c’era energia negativa intorno a me. È stato un momento difficile»
Team UAE's Slovenian rider Tadej Pogacar celebrates as he crosses the finish line to win the 8th stage of the 107th Giro d'Italia cycling race, 152km between Spoleto and Prati di Tivo, on May 11, 2024. (Photo by Luca Bettini / AFP)

Sabato il via del Tour de France. L’Equipe intervista il vincitore del Giro d’Italia e il favorito per la vittoria finale del grande giro francese, Tadej Pogacar.

Pogacar: «Ogni anno sono più maturo, imparo dalle mie esperienze, dai miei errori»

Tadej Pogacar, il 25enne sloveno si lancia in una sfida che non si ripeteva dal 1998 con Marco Pantani: la doppia vittoria nel Giro e nel Tour. Lo sloveno ha voglia di entrare nella storia. E quest’anno, ha una squadra più forte che mai che lo sosterrà nella sua sfida. Tra pochi giorni tornerà in Italia da dove prenderà avvio il Tour:

«Voglio iniziare il Tour de France, sono emozionato e mi sento bene, felice. Sarà qualcosa di speciale per me perché, sì, ho vinto il Giro e perché il Tour inizia in Italia. Penso che sarà fantastico».

Difficile ripartire dopo il Giro?

«Non proprio. Non vedevo davvero l’ora di salire sulla bici. Abbastanza rapidamente ho iniziato a sentirmi bene sulla bici e ho fatto dei buoni allenamenti, ho testato un po’ le gambe e non mi sono mai sentito meglio. Voglio vedere se sono migliorato rispetto al Giro. Ma finora in allenamento sento di aver fatto progressi».

«Penso di essere mentalmente e fisicamente pronto per iniziare il Tour. Quest’anno, a causa del Giro, c’è ovviamente una preparazione diversa rispetto agli anni precedenti, ma senza grandi cambiamenti: bisogna allenarsi, recuperare, spingere ancora in allenamento e recuperare nelle giornate più fresche».

Quale sarà la parte decisiva del Tour?

«Arrivo a Nizza, con la cronometro. Gli ultimi tre giorni saranno molto, molto difficili, e qualche velocista potrebbe essere tornato a casa prima. Alcuni vorranno risparmiare energia per l’ultimo giorno per prepararsi per questa cronometro davvero brutale. E questo cambia un po’ la gara».

La considerazione di Pogacar sui suoi principali avversari:

«Vingegaard è rimasto gravemente ferito. Ma penso che sarà bello correre con lui. Steff Cras ha avuto lesioni simili e stava già facendo molto bene al Giro di Slovenia. Evenepoel, visto nel Delfinato, è davvero bravo. Forse il suo infortunio era troppo vicino al Delfinato per poter essere al 100%, ma penso che sarà davvero ai massimi livelli al Tour de France».

Con l’età si cambia qualcosa?
«Ogni anno sono più maturo, imparo dalle mie esperienze, dai miei errori. Tutti nel ciclismo, negli anni, crescono, chi più velocemente, chi più lentamente. Ma non si smette mai di imparare e migliorare. Quindi sì, sto migliorando mentalmente e sto migliorando fisicamente».

Ma sempre con l’idea di divertirsi?
«Sì, e se non mi diverto più, allora mi ritirerò! (Ride)».

Cosa è successo nell’ultimo Tour? Lo hai perso a Combloux nella cronometro di 22,4 km:

«Ci sono state così tante cose intorno a me. Dopo l’incidente di Liegi niente è andato davvero bene. C’era energia negativa intorno a me. Dopo la cronometro mi sono spento completamente. La cronometro in sé non è stata nemmeno brutta, un tempo piuttosto buono. Ma c’erano così tante cose sbagliate, nella mia testa e intorno a me, nel mio ambiente. È stato un momento davvero difficile. Quando si accumula pressione si può esplodere».

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