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Retegui: «A 15 anni avevo lasciato il calcio per l’hockey, ma lo scout del Boca mi ingaggiò sulla spiaggia»

Ad As: «Quest’estate ero vicino alla firma con l’Atletico Madrid, ma la telefonata con Gilardino è stata illuminante. In Italia è Buongiorno il difensore più difficile da affrontare».

Retegui: «A 15 anni avevo lasciato il calcio per l’hockey, ma lo scout del Boca mi ingaggiò sulla spiaggia»
Mg La Valletta (Malta) 26/03/2023 - qualificazioni Euro 2024 / Malta-Italia / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: gol Mateo Rategui

Mateo Retegui, attaccante del Genoa e della Nazionale italiana, ha rilasciato un’intervista ad As alla vigilia degli Europei 2024.

Retegui: «A 15 anni avevo lasciato il calcio per l’hockey»

Il bilancio del tuo primo anno in Italia?

«Sono molto contento di questo primo grande passo che ho fatto nella mia carriera. Non è facile arrivare dall’Argentina al calcio europeo, ma era un sogno che volevo realizzare e ci sono riuscito. Il Genoa mi ha aperto le porte con grande stima. Io sono felice. Ho iniziato bene, sono un paio di volte infortunato, ma poi mi sono sentito di nuovo pronto e carico. Pretendo molto e sempre di più da me stesso, ma sono soddisfatto.»

Perché proprio il Genoa?

«Ho avuto diverse opportunità, ma Gilardino mi ha chiamato, ho parlato con la gente del club e ho capito che andare lì mi avrebbe dato poi l’opportunità di avere più chances con la Nazionale, che è quello che voglio. Il club è come una famiglia, c’è sinergia con la dirigenza, con i tifosi, lo stadio è molto caloroso. Tutto funziona alla perfezione».

Suo padre ha detto che era vicino all’Atletico Madrid…

«Sì. Non posso dire nei dettagli cosa è successo, al momento mi interessa solo giocare concentrato e cerco di non ascoltare le voci intorno a me, ma l’interesse c’è stato, è vero. Non ho parlato con il Cholo, ma abbiamo avuto un incontro con la dirigenza. Oggi però sono contento al Genoa.»

Quale difensore è stato il più difficile da superare tra quelli in Serie A?

«I difensori qui sono molto bravi, quasi tutti giocano marcando a uomo, e mi piace questo. C’è un giocatore che mi ha fatto tanti falli, ma è bravissimo e lo amo come difensore: Buongiorno, che è con me in Nazionale. Quando abbiamo giocato contro il Torino mi sembrava un animale fisicamente ed è molto completo tecnicamente.»

Dicono che all’età di 15 anni aveva deciso di lasciare il calcio per l’hockey, come suo padre, e uno scout del Boca lo vide sulla spiaggia…

«Sì. Avevo lasciato il calcio e lo scout Diego Masili, con il quale ho ancora contatti, mi ha scoperto sulla spiaggia e mi ha mandato un messaggio per fare un provino. Una settimana dopo mi hanno detto “benvenuto, sei un giocatore del Boca”. Un paio di mesi dopo stavo ancora pensando all’hockey, ma alla fine sono rimasto fedele al calcio. Ho iniziato presto a lavorare con la prima squadra e sarò sempre grato alla dirigenza. Mi hanno dato un’opportunità che ha cambiato la mia vita.»

Non hanno provato a fargli cambiare idea in Argentina?

«Non ho avuto l’opportunità di parlare con nessuno della nazionale argentina. Quando ho scoperto l’interesse di Roberto [Mancini], ho parlato con la mia famiglia e non ho esitato un attimo: indossare una maglia così bella con così tanta storia è un onore.»

Debutta al Maradona di Napoli, contro l’Inghilterra… e segna un gol! Sembrava scritto…

«Una favola. Sentivo che stavo iniziando un percorso speciale ed eccomi qui, sperando di crescere sempre di più.»

Un girone complicato lo attende al Campionato Europeo: Albania, Croazia, Spagna…

«È complicato, sì, ma l’Italia è una squadra molto forte ed è campione in carica. Dobbiamo difendere il titolo. Siamo tranquilli e fiduciosi. La Spagna sarà un avversario tosto, gioca un bel calcio e ha anche un talento come Rodri, amo la sua classe e la sua qualità.»

Cosa sogna Mateo Retegui per il suo futuro?

«Tengo i miei sogni per me, ma posso dire che quello che desidero ora ogni giorno è fare un grande Europeo con l’Italia».

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