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Rocchi: «Solo un caso di razzismo, Maignan a Udine. Anche Acerbi-Juan Jesus ma parlo del pubblico»

Alla conferenza: «Open Var ci ha costretti a lavorare ancora di più sulla comunicazione. 4 macro-errori nel girone di ritorno. Vorrei più personalità degli arbitri».

Rocchi: «Solo un caso di razzismo, Maignan a Udine. Anche Acerbi-Juan Jesus ma parlo del pubblico»
Db Milano 11/01/2023 - presentazione introduzione fuorigioco semiautomatico S.A.O.T / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianluca Rocchi

Il responsabile degli arbitri italiani Gianluca Rocchi ha fatto in conferenza stampa un bilancio sulla stagione 2023-24 di Serie A appena conclusa.

Rocchi: «Abbiamo fischiato un po’ di più, ma ho detto ai ragazzi che hanno fatto benissimo»

Sulla nascita di Open Var su Dazn ha dichiarato:

«Per me è stato un lavoro molto, molto faticoso, lo dico sinceramente. Ci siamo dovuti reinventare un lavoro che non è il nostro: vi garantisco che andare davanti a una tv non è proprio semplice. Ha avuto un grande vantaggio, ci ha costretti a lavorare ancora di più sulla comunicazione. Uno sforzo che avevamo chiesto e al quale abbiamo avuto ottime risposte: le comunicazioni audio sono pulite e sono come sono, non ne abbiamo tagliata mezza. Come esperienza è stata molto bella e ha permesso agli arbitri di far capire come lavoriamo, fuori dal nostro mondo. L’obiettivo è avere un campionato che sia più corretto possibile. Dei cinque macro-obiettivi che ci siamo posti, uno non è stato raggiunto e siamo lontani. Gli altri sono o raggiunti o in raggiungimento».

Sugli episodi di razzismo verificatisi quest’anno:

«Era stato una delle cose sulle quali stare attenti, abbiamo avuto un caso, quello di Maignan a Udine in cui Maresca era stato bravissimo. E sì, anche Acerbi con Juan Jesus ma parlo di rapporti tra il pubblico e i calciatori. Questo vuol dire che il pubblico come prima cosa si è comportato meglio e che, se stimolate, sul tema le persone danno risposte. Noi vorremmo avere zero casi, non uno, però possiamo farci un applauso tutti, come sistema calcio».

Ha inoltre esaminato qualche caso di gioco:

«Abbiamo fischiato un po’ di più, ma ho detto ai ragazzi che hanno fatto benissimo perché nelle ultime giornate si è registrato un abbassamento drastico del tempo di gioco. E anche sui rigori non abbiamo avuto grandissime problematiche, se si esclude l’episodio di Juventus-Bologna (rigore su Ndoye non fischiato). Sul tempo effettivo abbiamo avuto un calo a metà campionato: quando abbiamo giocato più tempo le giornate sono state arbitrate mediamente meglio. La media del campionato è stata di 55 minuti e 13 secondi, siamo saliti di quasi 4 minuti rispetto al pre-Qatar quando abbiamo sollevato il problema. E pensate che a inizio stagione ero contentissimo perché stavamo sui 57. La media dei recuperi è di poco meno di 8 minuti. Siamo sotto la soglia europea sia sui rigori che per i falli, ma anche su ammonizioni ed espulsioni. Gli interventi Var sono stati meno dell’anno scorso ma possiamo fare meglio, ci sono state giornate con 9 interventi… Non è un bel messaggio. Il mio obiettivo è mandare in campo ragazzi che arbitrino senza l’utilizzo del Var o comunque più parsimoniosa. Devono decidere in campo, il paracadute del Var non è per gli arbitri, bensì per le squadre e per i tifosi. L’arbitro deve pensare a non sbagliare, altrimenti non fa l’arbitro. Abbiamo riparato al 92% degli errori, ma mi chiedo come faceste a sopportare tanti errori… Penso a Inter-Verona (fallo di Bastoni su Henry nell’azione del gol vittoria per i nerazzurri), per esempio: è un episodio importante per un mancato intervento Var ma forse 15 anni fa sarebbe stato un episodio singolo sul campo, senza il peso specifico che c’è oggi».

Rocchi parla anche dell’organico degli arbitri:

«La lotta retrocessione nel finale è stata molto incasinata, scusatemi il termine ma ci si giocava la vita. Cerchiamo di indirizzare su quei ragazzi che danno risposte molto forti. L’organico è troppo grande, dobbiamo ridurre il numero di arbitri, 39 sono oggettivamente tanti. Crediamo che il numero sia 30-32, con quelli riusciamo a fare una Serie A di alto livello.  Abbiamo mandato arbitri in Arabia, Azerbaigian, Cipro, Croazia, Emirati Arabi, Grecia e Turchia. Dove siamo molto richiesti è soprattutto il VAR: siamo rimasti sorpresi positivamente. Abbiamo due arbitri all’Europeo e non è scontato, non so da quanti anni era… E non solo, abbiamo Mariani come unico rappresentante UEFA alla Copa América. E ricordiamoci sempre che c’è Massa nel percorso del Mondiale 2026, anche lì saremo tra i pochi ad averne due. Alle Olimpiadi saremo rappresentati da Valeri e Di Monte».

A gennaio avevate evidenziato 8 macro-errori. Quanti ne aggiunge oggi Rocchi?
«Nel girone di ritorno ne metto 4 e si è sentita la differenza, il cambio di passo, anche per alcune scelte di stringere la cinghia sulle designazioni».

Qualche percezione politica ha influito sul vostro operato?
«Le turbolenze ci sono statw, anche perché gli arbitri sono esseri umani e come tali risentono delle tensioni. Con fatica, ma ne siamo venuti fuori: la parte tecnica ha prevalso su quella politica. Come mondo arbitrale, però, più siamo uniti e meno siamo attaccabili. Vorrei più personalità degli arbitri, un rapporto diretto e nel quale non subiscano proteste di arbitri o allenatori».

 

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