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Sainz: «I piloti di F1 fanno la fame. Tre chili in più in una macchina sono un decimo di secondo al giro»

“Se c’è una cosa che funziona in Ferrari siamo io e Leclerc, siamo amici. In gara conta persino l’olfatto, sento le frenate degli avversari”

Sainz: «I piloti di F1 fanno la fame. Tre chili in più in una macchina sono un decimo di secondo al giro»
Manila Bay (Singapore) 17/09/2023 - gara F1 / foto Imago/Image Sport nella foto: Carlos Sainz ONLY ITALY

A Carlos Sainz la Ferrari manca già. Ne ha parlato a “El Hormiguero”, tra le altre cose. Ma è un’intervista zeppa di curiosità sul mondo della Formula 1. Sainz, per esempio, dice che in realtà ai piloti i tifosi sugli spalti non fanno fanno alcun effetto, almeno in gara: “Vi dirò la verità, potrei dirvi sì, ma no. Dove si nota il calore dei tifosi, ad esempio, è l’arrivo al circuito. È molto bello arrivare al circuito la mattina e c’è una fila di centinaia di persone che ti incoraggiano. Questo ti dà una spinta incredibile. Poi, nei giri di uscita e di entrata guardo sempre gli spalti e li saluto, ma non so se vedono la mia mano. In gara non li vedi e non li senti”.

Altra curiosità: i piloti devono essere magri, magrissimi. E ogni chilo risparmiato finisce poi sulla vettura: “Devo raggiungere un limite di peso che è di 80 chili, con tuta, casco, seggiolino e tutto il resto, in questo momento peso circa 72 chili. Se con tuta, casco, seggiolino e così via, invece di arrivare a 80 chili, arrivassi a 77 chili, restano tre chili che posso mettere sul fondo in modo che il baricentro della macchina si abbassi, sull’ala anteriore se voglio che il peso vada più avanti o sul retro se voglio che il peso vada più indietro. Tre chili in più in una macchina sono un decimo di secondo al giro, che nelle qualifiche di sabato del Gran Premio di Spagna possono essere una o due posizioni, dal terzo in qualifica al primo in classifica. E poi un decimo al giro in una gara da 60 giri sono sei secondi. Sei secondi alla fine della gara… rinuncio alla mia vita per sei secondi e all’improvviso un decimo di tre chili finisce lì”.

“Provo a mangiare un hamburger alla settimana. Ieri ne ho mangiato uno, anzi due, due e mezzo, ma ho fatto 100 chilometri, quattro ore in bici, e ho mangiato poco per cenare con due hamburger e tornare a casa pensando che forse non avrei mangiato un altro hamburger per tre settimane”.

Sainz poi racconta che in Formula 1 conta persino l’olfatto. “In macchina senti l’odore della frenata di quella che ti precede. Passi dove un pilota si è bloccato 30 secondi prima e senti l’odore della gomma bruciata. C’era un tempo in cui le macchine rilasciavano un po’ d’olio perché i motori lo usavano per correre più veloce e notavi quando quello persona davanti lo stava usando”.

E insomma, la Ferrari. “Evidentemente non la prendi bene. A nessuno piace sentirsi dire che non vogliono continuare con te, a nessuno piace essere lasciato. Beh, mi hanno lasciato a febbraio per così dire e sono stato male. C’era un sette volte campione del mondo chiamato Lewis Hamilton che voleva venire alla Ferrari e gli hanno fatto spazio. Contro questo non si può fare nulla, quindi la prendo con filosofia e cerco di accettarla nel miglior modo possibile e la vedo anche come un’opportunità per il futuro, perché altre opportunità si presenteranno”.

Onestamente non posso lamentarmi del trattamento che ho ricevuto alla Ferrari. Ci sono sempre momenti di tensione in tutte le squadre, ma è la massima competizione, giri pagina e ti dimentichi. E la verità è che io e Leclerc siamo amici fuori dalla pista, andiamo molto d’accordo, abbiamo un ottimo rapporto e formiamo un’ottima squadra. Se c’è qualcosa che funziona alla Ferrari, siamo noi due piloti” ha detto Carlos Sainz.

Infine un’altra curiosità. Uno dei privilegi di essere un pilota Ferrari è che ogni volta che arriva in una città per correre un Gran Premio, ha una Ferrari a sua disposizione:Quando atterro, un addetto alla logistica di viaggio della Ferrari mi aspetta con una Ferrari all’aeroporto per tutta la settimana. Il modello cambia ad ogni viaggio, in ogni aeroporto mi danno una Ferrari diversa di un colore diverso”.

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