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Si farà mai il nuovo stadio della Roma? (Messaggero)

Il quotidiano elenca una serie di impedimenti tra sentenze dei tribunali, esposti del Comitato No Stadio e riunioni rinviate a oltranza. La consegna per giugno 2027 è irrealistica

Si farà mai il nuovo stadio della Roma? (Messaggero)

Il Messaggero questa mattina evidenziava i problemi del progetto nel nuovo stadio della Roma a Pietralata, un quartiere della Capitale.

L’obiettivo dichiarato dalla Roma, all’inizio dell’avventura Pietralata, era quello di aprire il nuovo stadio per il centenario della fondazione della società, giugno 2027. Una scadenza ormai impossibile da rispettare. Troppi intoppi che si susseguono e troppa lentezza nel portare avanti le diverse fasi delle lavorazioni rendono irreale il rispetto di quella data“.

I motivi sono diversi. Sentenze “un po’ a favore e un po’ contro“, appuntamenti in Campidoglio che saltano uno dopo l’altro. “Inizia a serpeggiare una dose di fastidio per l’indolenza che da qualche tempo si registra“.

I tribunali impediscono alla Roma di costruire il nuovo stadio

Scrive il Messaggero:

“Gli ultimi due intoppi sono venuti dalla giustizia: il tribunale civile prima e il tribunale amministrativo poi hanno emesso due diversi atti che, di fatto, impediranno ai tecnici incaricati dalla società giallorossa di accedere in due diverse aree di Pietralata per fare i sondaggi geologici e gli scavi di archeologia preventiva. Questi atti sono solo preliminari, non entrano nel merito ma allungano i tempi“.

Questi atti, continua il quotidiano, saranno quasi certamente impugnati al Tar che, nelle migliore delle ipotesi, deciderà non prima di 6 mesi. Un’altra sentenza del Tar “ha dato torto al Comitato No Stadio che chiedeva ai giudici amministrativi di annullare l’intero procedimento“.

Da una parte, gli inghippi giudiziari che, per quanto siano minori, fanno perdere tempo prezioso. Dall’altra, i cantieri a singhiozzo“. L’altro problema infatti riguarda i lavori. L’ingresso vero e proprio per iniziare scavi, carotaggi e trincee è arrivato a metà marzo. Ma le prime autorizzazioni erano arrivata già a metà gennaio. “A metà aprile il primo stop: rischio di interrompere le nidificazioni. Il 16 aprile arrivano i tecnici del Comune e i carabinieri forestali per un primo sopralluogo. Anche perché i Comitati No Stadio chiedono che l’intero quadrante sia riconosciuto come “bosco urbano”, forti di una perizia di parte che riferisce di «boscaglie a laurus nobilis (alloro) e di una macchia chiusa dominata da ligustro»“.

A metà maggio il Dipartimento Ambiente del Comune autorizza la ripresa dei lavori ma i forestali, riferisce il quotidiano, devono ancora spedire in Campidoglio una relazione sui vari esposti presentati dai Comitati No Stadio.

Una lentezza legata, quindi, ad eventi esterni che, però, si somma anche a una indolenza nel condurre le operazioni“. Infatti il Campidoglio aveva convocato la Roma per fare il punto sulla situazione, alla luce anche delle varie sentenze. “Martedì 18, di mattina, era fissata una prima riunione. Poi, su richiesta della Roma, rinviata a oggi, lunedì 24, nel pomeriggio. E venerdì scorso, nuovo rinvio, sempre su richiesta di Trigoria. Data non ancora fissata“.

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