Il ct talvolta sembra delirante, invece è genuino, logico, perfino elementare: è l’originale. Ti porta davanti alla sua natura in tutta la sua nudità
Spalletti da sempre vede le ombre, bisogna prenderlo così com’è. Lo scrive Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport.
C’è ancora chi si sorprende se a fine partita Spalletti si impermalosisce e s’incazza dopo aver ascoltato un giudizio sgradito o una domanda che provocatoria non voleva essere. Eppure basta conoscerlo, o averlo visto più volte in tv, per sapere che talvolta non risponde all’intervistatore, ma ad altri e su ciò che gli è stato riferito e con difficoltà s’era tenuto dentro. Dice a genero perché suocero intenda. E c’è chi ama sottolineare ripetutamente un aspetto del carattere di Luciano che non è mai riuscito a correggere e non vedo come possa farlo a 65 anni e perché dovrebbe: vede le ombre anche dove non ci sono, ha una spiccata propensione al controllo di uomini, situazioni, ambiente. Lui ti porta davanti alla sua natura in tutta la sua nudità. Spalletti è così da sempre, è ancora quello dei topini, dei cecchini su Trigoria, dei riportini e dei biscugini. È il veleno che confessa di iniettarsi.
Spalletti e l’ipotetico patto coi giocatori
E a proposito dell’ipotetico patto con i giocatori: «Chi racconta le cose di spogliatoio fa male alla nazionale». Sempre rivolgendosi a chi aveva posto la domanda: «Quanti anni ha lei? 51? Io 65, le mancano ancora 14 anni di pippe per arrivare alla mia esperienza… Lei lo dice perché è quello che le hanno detto. Io ci parlo coi calciatori, qual è il problema?». Nella notte le scuse. Spalletti sembra talvolta delirante, invece è genuino, logico, perfino elementare: è l’originale. Quando si decide di prendere il pacco Luciano bisogna riuscire ad accollarselo per intero. Tenendo tutto il buono, che è tanto, ma anche il meno buono.