Niente gente che ride e scherza sguaiatamente. Bandite le notti magiche al video, il caso Scamacca ha fatto scuola. Telefonino solo per le famiglie
Spalletti detta le regole: niente cuffiette né PlayStation, non si ride in allenamento. Ne scrive la Gazzetta dello Sport.
Le regole della casa di Spalletti.
Squadra concentrata significa che nessuno può isolarsi nel suo mondo virtuale, si tratti di social o semplicemente di musica. Per cui: niente gente che cammina con le cuffiette, «con lo sguardo da ebete», precisò il c.t. per rendere meglio l’idea.
Dunque, seconda regola: niente gente che ride e scherza sguaiatamente. L’impressione sarebbe di una superficialità che il ruolo e la maglia azzurra non permettono. Il che non significa musoni e facce tristi, sennò è finita, «ma lavorare divertendosi». Lavorare però. Concentrazione massima. In allenamento non vola una risata.
Si sa, le playstation personali sono state bandite, e con loro la tentazione delle notti magiche al video. Il caso Scamacca ha fatto scuola. Qui è nata una “stanza dei giochi” con ping pong, biliardo, bigliardino, due videogiochi anni 80 (con i blocchi tipo flipper) e quattro consolle, due delle quali con il simulatore automobilistico.
Infine, il telefonino. Si usa prima di pranzo e cena, le videotelefonate con la famiglia annullano le distanze, poi aggeggi spenti.
Spalletti vola basso: «Non dimentichiamo che siamo partiti da una non qualificazione al Mondiale»
La conferenza stampa di Luciano Spalletti, ct dell’Italia, alla vigilia dell’amichevole contro la Bosnia, ultimo test prima di volare in Germania. Per l’Italia qualche buona notizia: Barella sta recuperando dall’affaticamento muscolare e presto verrà reintegrato al gruppo. Le parole del ct riportate da Tmw.
La prima domanda sulle condizioni di Barella:
«Per Barella c’è ottimismo fin dal primo momento perché è sempre stato tutto sotto controllo. Quando c’è un affaticamento bisogna aspettare un giorno o due, ma oggi è diventato tutto più chiaro. Non può essere preso in considerazione per la sfida di Empoli, ma per l’Albania sì, siamo fiduciosi. Meret? Lo stesso discorso».
4-3-3 e 4-2-3-1 superati dopo gli ultimi test e l’esclusione di Orsolini?
«No, nella posizione di esterno alto a destra può giocare Cambiaso, Chiesa o Pellegrini, quindi abbiamo delle possibilità per quella zona di campo».
Le sensazioni di Spalletti per il test domani:
«Mi aspetto di vedere che si mettono in pratica le analisi fatte dopo la gara contro la Turchia. Con i ragazzi c’è stato tempo di provare delle cose e mi aspetto di vedere che hanno capito delle cose e si faccia meglio. Davanti gioca Scamacca».
Il podio per gli Europei:
«Penso che sia giusto vista la nostra posizione e che siamo quelli a cui deve essere aperto tutto. Non ci sarà mai una posizione di tranquillità perché siamo l’Italia, per cui dobbiamo aspirare a tantissimo. Poi dopo esserci preso carico dell’affetto e della passione dei nostri sportivi, bisogna andare a giocare e le partite ti mettono di fronte a delle difficoltà. Bisogna dimostrarsi capaci di saper reagire a delle possibilità. Il futuro ci viene concesso d’ufficio, poi dipende come lo vivi. Sappiamo da dove veniamo.
Sicuramente la migliore cosa non è dire a questi ragazzi che l’unica cosa possibile è vincere l’Europeo, quando sono arrivato c’era una ferita aperta ancora importante. Agli Europei ci stiamo andando, poi vediamo di crescere in questo percorso ma siamo partiti da una non qualificazione al Mondiale. Abbiamo vinto nel 2021, ma siamo partiti da una non qualificazione al Mondiale. Non vogliamo essere gli hacker di noi stessi, stiamo lavorando in maniera seria. Non sono stato io a sceglierli, sono loro a meritarsi questa maglia, io ho solo scelto i migliori».
Buongiorno dal primo minuto?
«Sì».
A Pellegrini è stata assegnata la numero 10, è un po’ più 10 degli altri? Cosa vuol dire per Spalletti giocare a Empoli?
«Per le qualità che ha, Pellegrini può vestire la numero 10 in maniera corretta, è fatto di quella pasta lì ed è un giocatore che sa galleggiare, sa calciare le punizioni e i rigori. Ha il piede per mettere quella palletta morbida ed è sempre messo bene con la postura del corpo, sa saltare l’uomo nello stretto. E poi c’è Barella che si avvicina a un numero 10, anche se lui fa tantissima strada. Ma questo lo rende ancora più forte, lo migliora. Siamo messi in maniera corretta nella zona dei numeri 10.
Empoli? I biglietti li ho comprati tutti io… Ci saranno tutti i miei amici, sicuramente mi sentirò a casa mia perché lì ho vissuto momenti bellissimi e tutta la mia infanzia. Sono stato allenatore del settore giovanile, ho allenato la prima squadra, è stata una esperienza bellissima che mi dà emozioni importantissime quando me la ricordo. Sarà molto emozionante».
Un parere sulla Bosnia:
«Una squadra che fa delle ripartenze la sua prima qualità, mantengono il blocco squadra basso e ti danno la sensazione di poter gestire la partita. Se non sei equilibrato sulle ripartenze puoi soffrire, se sbagli troppi passaggi può rivenire fuori la gara contro la Turchia. Bisogna riuscire ad avere la qualità per ritagliarsi i mezzi spazi che creano difficoltà nelle marcature».
Spalletti al Castellani da ct. Trent’anni fa ci avrebbe mai pensato?
«Questo è un azzurro ancora più acceso, splendente. Difficile rispondere: quando sono partito avevo sicuramente delle ambizioni, lavoravo per guidare una squadra di Serie A, ma in quel momento lì era impossibile immaginare questo momento qui. Però come detto prima il futuro lo abbiamo tutti davanti e poi dipende dalle azioni che fai. Dall’umiltà, dalla convinzione: sono due cose confinanti. Essere presuntuoso no, ma sopravvalutare gli avversari è ancora peggio così come non avere autostima delle proprie possibilità. Non me lo sarei immaginato: sarà un momento bellissimo».
Spalletti sulla prestazione di Fagioli:
«Sì, mi è piaciuta la sua interpretazione e domani giocherà insieme a Jorginho. Bisogna esser bravi tecnicamente se vogliamo portare tutta questa gente dentro il campo. Ci vuole qualità e intelligenza tattica per fare questo lavoro, ci vuole un po’ di roba in più rispetto a ciò che fin qui abbiamo fatto vedere. Dobbiamo stare più nel settore centrale. Dobbiamo provare a comandare la partita, bisogna saper gestire la palla e sapere in che zona di campo dobbiamo gestirla. Noi abbiamo un po’ tutto con questi 26 giocatori».