Ha deciso di rinunciare a progetti tattici di gloria, niente calcio relazionale. Ha schierato i nostri con una difesa a tre, che di fatto diventava a cinque
Le preghiere del Napolista sono state ascoltate. Ieri sera, anche se l’Italia non ha brillato (di nuovo) sul piano della prestazione, Spalletti ce l’ha messa tutto per accantonare i concetti filosofici del calcio “spallettiano” ed è passato a un sano pragmatismo. Se n’è accorro anche il Corriere della Sera con Fabrizio Roncone che parla di “lampo di vecchia saggezza contadina”.
Spalletti abbandona per una sera il “suo” calcio relazionale
Scrive Roncone sul CorSera:
Lo stadio è con loro. Stiamo giocando in trasferta e questo, ovviamente, non aiuta. Per ché la squadra, come sappiamo, ha l’animo scosso, turbato. A minare nel profondo la nostra autostima sono stati gli spagnoli, prendendoci a pallate. Spalletti ha perciò avuto un lampo di vecchia saggezza contadina, di volgare pragmatismo: e ha deciso di rinunciare a
progetti tattici di gloria — niente calcio relazionale, insomma — schierando i nostri con una difesa a tre, che di fatto diventa a cinque, perché Di Marco e Di Lorenzo, sulle fasce, si abbassano spesso. Quando però prendono coraggio e provano a salire, la Croazia sembra andare in affanno. Un paio di fiammate azzurre poco prima della mezz’ora. Poi, con calma, la loro calma, i croati riprendono il controllo della serata. Spalletti, che facciamo?
Quando si prese del catenacciaro da Bianchi e Sarri lo chiamò ministro della difesa
Quest’articolo nasce da una ferma volontà, quella di non rassegnarsi all’idea che un uomo intelligente come Luciano Spalletti possa essere diventato un integralista del pallone, uno dei profeti del “mio calcio”. Uno di quelli che giocano a prescindere dall’avversario. Ricordiamo ancora uno Spezia-Napoli con Osimhen che si divertì a giocare contro uno di questi allenatori che affrontò il Napoli con la difesa altissima. A fine partita Victor pensò: “non possiamo giocare sempre contro squadre così?”. Una follia possibile solo in questo sport. In un qualsiasi circolo di tennis, un giocatore che si ostinasse a giocare sul punto forte dell’avversario per poi difendersi dicendo “ma io non so giocare diversamente”, sarebbe trattato come un minus habens e accompagnato immediatamente alla porta.