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Spalletti il guru che oscilla tra i due opposti del pensiero di Heidegger (Il Fatto)

Un ritratto del ct a firma Fabrizio d’Esposito: paternalista, pastore contadino, padrone permaloso. Fu Orrico a scomodare Heidegger

Spalletti il guru che oscilla tra i due opposti del pensiero di Heidegger (Il Fatto)
Gelsenkirchen (Germania) 20/06/2024 - Euro 2024 / Spagna-Italia / foto Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

Spalletti il guru che oscilla tra i due opposti del pensiero di Heidegger. È quel scrive. in un api ritratto, il Fatto quotidiano con Fabrizio d’Esposito.

Fu il comunista Corrado Orrico, grande allenatore filosofo, a fare il paragone, più di un lustro fa: “Spalletti lo paragonerei a Heidegger, uomo complesso e profondo. Ha questa capacità analitica fuori dal normale. Stupisce nelle interviste ma chi lo conosce sa che è un analista in tutti i particolari”. Solo che quando stupisce nelle interviste e nelle invettive, il guru non fa che oscillare tra i due opposti del pensiero di Heidegger: l’uomo è il pastore dell’essere (l’esser-ci, il Dasein), che ha cura di sé e degli altri, non il padrone dell’essere. Semplificando, lo Spalletti pastore è quello del paternalismo d’antan con il “pigro” Scamacca; della convocazione misericordiosa di Nicolò Fagioli, ludopatico juventino; finanche il pastore-contadino che alimenta con biscotti Biancaneve, la sua adorata paperina. Poi c’è lo Spalletti padrone permaloso, che conta gli anni in pippe e sospetta di talpe e complotti e trasforma la verità in un dogma da pensiero unico, anticamera del totalitarismo. Bastone e carota, per dirla rozzamente. Uno Spallett-one man show permanente che in questi Europei gode persino di una telecamera tutta per sé (Spalletti Cam) che intercetta le direttive urlate ai suoi giocatori: “Chiama Jorginho, se la deve far dare la palla: deve stare al centro del gioco” (Italia-spagna).

Spalletti: «Il gol di Zaccagni è arrivato perché ci eravamo esercitati»

Luciano Spalletti, ct dell’Italia, ha rilasciato delle dichiarazioni prima della conferenza stampa pre Svizzera-Italia, ottavi di finale di Euro 2024.

«L’emozione è sempre tanta. Poi sei fai il viaggio vicino a Buffon che diceva due mila cose bellissime di quel periodo lì… bisognerà essere molto simili a quelli lì. C’è da qualificarsi perché è qualcosa di bello vedere i tifosi gioire».

Il gol di Zaccagni:

«Quel gol lì è arrivato perché ci eravamo esercitati. Vederli così dentro quello sciangai umano quando abbiamo fatto gol, qualcosa difficile da spiegare».

Italia a quattro dietro?

«Bastoni c’è da valutarlo. Già ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Dimarco non è recuperabile. Si, giocheremo a qualcosa che assomiglia alla difesa a quattro. Dobbiamo cercare di essere più offensivi. Fagioli? Ai giovani che spingono bisogna creare lo spazio che meritano. Lui attraverso la sua naturalezza del ruolo sembra adattissimo. Bisogna avere il coraggio di dargli lo spazio che merita».

Pregi e difetti della Svizzera? Dove possiamo migliorare?

«La Svizzera ha questo blocco squadra cortissimo. Difficile trovarli lunghi tra i reparti. Ti stanno sempre addosso, guardando la palla e non la porta per difendere. Loro valutano sempre che tipo di palla noi stiamo gestendo e stanno molto su. C’è possibilità di andare dietro la loro linea difensiva. Poi hanno queste aggressioni feroci, se non sei già pronto e sai già il passaggio da fare, diventa difficile ragionare. Noi dobbiamo migliorare gli approcci, anche nel secondo tempo, proponendo un calcio offensivo come nel secondo tempo contro la Croazia. Contro la Croazia siamo stati noi a fare un calcio offensivo. Abbiamo sofferto quasi niente, fino all’ultimo secondo siamo stati con la testa a pensare di potercela fare con forza mentale, energia fisica e con una forte psicologia applicata alla felicità da dare a tutti i nostri tifosi. Secondo me il pareggio è corretto, poi è chiaro che se lo raggiungi agli ultimi secondi si è fortunati. Ma noi non siamo calati nel secondo tempo».

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