EUROBESTIARIO – Le pippe erano in campo, dieci su undici. Ma la confusione del ct si è parsa superiore persino a quella dello sciagurato Ventura
Spalletti nel post-partita sembrava Sarri, come se fosse un opinionista di passaggio
PIPPOLOGIA. Con Luciano Spalletti ci siamo lasciati nel furibondo dopo-partita di Italia-Croazia, quando il cittì pelato ha sbeffeggiato un giornalista che aveva osato chiedergli di un patto tra lui e la squadra sul cambio di modulo: “Io ho 65 anni, tu 51, ti mancano 14 anni di pippe per arrivare alla mia età”. Bene. Da Onan a Berlino cambia il significato ma non il termine. Stasera le pippe erano in campo ed erano azzurre. Senza contare Gigione da Castellammare erano 10. E dieci pippe in 90 minuti sono davvero tante – 3
DIECI DI LORENZO. Per rimanere in tema e sempre senza Donnarumma: gli azzurri sembravano dieci Di Lorenzo, già protagonista di un infinito strazio azzurro Napoli. Quando il fu Eurocapitano è scivolato da solo dopo il 40’, facendosi un po’ male, c’è stata la percezione di una Caduta degna della Via Crucis – 3
SOLITUDINI FESTANTI. C’è la solitudine cupa di Spallettone, che adesso si vuole pure incollare alla poltrona, pardon, alla panca della nazionale, e ci sono le beate solitudini di Remo Freuler e Ruben Vargas che hanno segnato senza alcun azzurro nei paraggi – 8 (alle solitudini felici)
LO SDEGNO DEL SEDERE. Perfino il culo, indignato per gli zombi azzurri, stasera si è rifiutato di aiutarci. È accaduto quando Shar ha preso un clamoroso autopalo. Il pareggio sarebbe stato troppo, ammettiamolo – 7 (al Fato)
TOMO TOMO, CACCHIO CACCHIO. Torniamo a Spalletti, del resto è lui l’indiscusso protagonista di questo disastro che possiamo chiamare Corea, Caporetto, Waterloo, fate voi. Il caos calmo delle sue dichiarazioni post-catastrofe (sotto livello, freschezza, ritmo, condizionamenti) erano come quelle di un opinionista di passaggio, un osservatore capitato per caso a Berlino (sembrava Sarri, specialista del genere). Parafrasando il Totò di un famoso sketch: “E che mi frega a me, mica sono Luciano io!” – 3
REFERENDUM. Oggettivamente, per la vostra squadra del cuore, e obbligati a una scelta chi preferireste tra Embolo e Scamacca? – 2 (al dilemma)
INTERROGATIVI. Lo choc è tale che pensieri e flash sono come proiettili vaganti. Per la serie: ma che fine ha fatto Gnonto? Senza voto
DOLLARUMMA. Da quando è a Parigi, Gigione da Castellammare è uno dei bersagli delle tifoserie italiane al gran completo. Epperò bisogna dargli atto di essere stato l’unico azzurro a non finire sotto le macerie. Anche a Berlino – 8
PEGGIO DI VENTURA. Spalletti ha schierato quattro formazioni diverse e quattro volte l’Italia è andata sotto. Una confusione superiore persino a quella dello sciagurato Gian Piero Ventura – 3
LA DESTRA PORTA SFIGA. In tribuna c’era Ignazio Benito Maria La Russa, il fascio-presidente del Senato. La disfatta di Berlino arriva dopo la sconfitta di Giorgia Meloni al vertice di Bruxelles per decidere i top jobs dell’Ue. A livello europeo, non è un gran momento per i Fratelli e le Sorelle d’Italia – 4