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Spalletti si scusa alle 2 di notte con il giornalista del Sole 24 Ore. A fare da paciere Gravina

La domanda sul “patto” mal interpretata: “volevo esaltare il ct che ascolta, medita ed è disposto a modificare le proprie idee. Scuse accolte ma neppure necessarie”

Spalletti si scusa alle 2 di notte con il giornalista del Sole 24 Ore. A fare da paciere Gravina
Italy's head coach Luciano Spalletti gestures during the UEFA Euro 2024 Group B football match between Italy and Albania at the BVB Stadion in Dortmund on June 15, 2024. (Photo by INA FASSBENDER / AFP)

La famosa risposta piccata di Spalletti al giornalista in conferenza stampa a proposito della domanda su un presunto patto tra ct e squadra si arricchisce di dettagli. A rivelarlo è proprio uno dei protagonisti in questione, Dario Ricci, giornalista del Sole 24 Ore inviato a seguire l’Italia in questo cammino europeo. Ricci racconta delle scuse di Spalletti per aver mal interpretato la sua domanda. Il giornalista voleva esaltare la capacità dell’allenatore di saper ascoltare e modificare le proprie idee iniziali per un risultato più grande.

Il racconto delle scuse di Spalletti

Scrive Ricci:

«Pronto Dario? Sono Luciano…»: niente di straordinario, così iniziamo migliaia di telefonate. Solo che questa arriva sullo smartphone di chi sta scrivendo verso le 2 di notte, nella pancia della Red Bull Arena. Mentre ancora carichi di adrenalina per le emozioni appena vissute durante un’Italia-Croazia a dir poco intensa, si stanno chiudendo servizi e pezzi per la mattina. Dall’altra parte della metaforica cornetta proprio quel Luciano lì, lo Spalletti commissario tecnico della Nazionale. Adrenalina. Tanta, forse troppa, e forse pure è giusto così, in circolo durante la serata. Adrenalina che porta il cronista a condividere, con una domanda rivolta proprio al ct durante la conferenza stampa, una sua personale convinzione di questi giorni“.

Quella di un presunto patto tra il commissario tecnico e i giocatori della nazionale. Domanda però mal interpretata da Spalletti che si inalbera.  “Non una diminutio del ruolo di allenatore, ma anzi l’esaltazione di quello di commissario tecnico, che ascolta, medita e magari è anche disposto quindi a modificare le proprie idee iniziali per approdare al risultato finale (che è poi appunto arrivato). Un convincimento personale che magari il cronista in questione espone in modo diretto e allusivo, usando per sintesi il termine ‘patto’ riferito proprio a questa Santa Alleanza Calcistica tra il tecnico e il gruppo-squadra“.

La risposta in conferenza di Spalletti ha prodotto “analisi fiume e puntualizzazioni che in queste ore sono diventati virali (ahimè si dice così) su social e affini“.

A fare da paciere però c’è stato il presidente della Figc, Gabriele Gravina. “Fortuna ha voluto che seduto a fianco del suddetto cronista, durante quella stessa conferenza stampa, ci fosse il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina in persona, che in questo piccolo e infine pure simpatico melodramma calcistico è stato il Grande Mediatore, confrontandosi con il giornalista e aiutando così il ct a meglio interpretarne (seppur, per ovvie ragioni, a posteriori) parole e intenzioni. Da qui, appunto, si è arrivati a quello squillo e a quel breve e cordiale colloquio telefonico nel cuore della notte: qualche minuto in cui il ct ha chiesto scusa per il tono e qualche parola scappata ben oltre la linea del fuorigioco; scuse accolte ma neppure necessarie dal punto di vista del cronista

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