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Tamberi: «Quando sono entrato in Nazionale c’era tanta invidia, avevano tutti paura di fallire»

Al CorSport: «La rivoluzione è partita sotto il punto di vista mentale, ma anche tecnico. Domani ci sarà anche Mattarella alle finali, spero di far divertire anche lui».

Tamberi: «Quando sono entrato in Nazionale c’era tanta invidia, avevano tutti paura di fallire»
Budapest (Ungheria) 22/08/2023 - campionati del Mondo di Atletica Leggera / foto Imago/Image Sport nella foto: Gianmarco Tamberi ONLY ITALY

Gianmarco Tamberi ha superato le qualificazioni del salto in alto con 2 m e 21. Domani, martedì 11 giugno, affronterà la finale degli europei di atletica a Roma. L’intervista al Corriere dello Sport.

Tamberi: «Quando sono entrato in Nazionale c’era tanta invidia, avevano tutti paura di fallire»

Sensazioni al debutto nell’anno olimpico?

«Mi sento molto bene, non voglio già cantare vittoria anche se per me è insolito fare bei salti in qualificazione. Non vedo l’ora di gareggiare e scoprire qual è il mio valore attuale. So di aver investito fisicamente e tecnicamente tutto in questa stagione. Ancora più che in passato non ho messo nulla davanti allo sport».

La lotta è solo su se stessi?

«Ci saranno altri 12 atleti in finale, tra cui 2 azzurri ai quali faccio i complimenti. Sicuramente non posso sottovalutare alcun avversario, ma io voglio fare la gara contro me stesso e battermi».

Domani sera in tribuna ci sarà anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella…

«Un onore immenso, mi vengono i brividi se penso che sarà allo stadio a vedere la mia gara e la nostra Nazionale. Fa capire quanto questo movimento meriti l’attenzione di tutti. Rivedrò il Presidente al Quirinale giovedì per la consegna della bandiera, saranno giorni intensi ma ora sono concentrato solo sulla gara. Spero di far divertire anche lui».

Com’è essere capitano di una squadra da record?

«L’avevo detto che da questa Nazionale ci saremmo dovuti aspettare cose stratosferiche. I ragazzi sono forti e uniti, è bellissimo viverli da dentro, è una squadra affiatatissima in cui ognuno prende forza ed energia dall’altro. Quando sono entrato in Nazionale io, era l’esatto opposto: c’era invidia continua, si cercava quasi di fare lo sgambetto al compagno».

Quanto c’è di Tamberi in questo cambiamento?

«Se c’è un mio piccolo merito ne sono contento, ma il merito è dei ragazzi. Tutti vogliono primeggiare sugli avversari e non sui compagni, la loro forza è credere nei propri sogni piuttosto che avere paura di fallire, come succedeva qualche anno fa. Oggi abbiamo voglia di stupire, e fa tutta la differenza del mondo».

La rivoluzione è solo mentale o anche tecnica?

«La nuova tecnologia legata alle scarpe ha aiutato, ma è un vantaggio per tutti che influisce per il 10%. Noi invece siamo migliorati del 40% grazie a un approccio mentale diverso».

I successi di Roma non possono che amplificare il trend:

«Vivere tutto questo in un Europeo in casa è un’esperienza che ogni atleta porterà con sé per sempre. Sarà un trampolino immenso per l’Italia dell’atletica e mi dispiace che questa onda stia arrivando adesso senza che sia ancora percepita dalla maggior parte degli italiani, altrimenti lo stadio sarebbe stato pieno tutti i giorni. Se fosse successo tra due anni…».

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