ilNapolista

Ungheria: per Orbán il calcio non è uno sport, è un modo per esprimere l’ideologia di destra (The Athletic)

Lo sport come soft power, come hanno fatto già Putin, Xi e Trump. «Capisce il potere del calcio». Ha trasformato gli ultras in un’arma

Ungheria: per Orbán il calcio non è uno sport, è un modo per esprimere l’ideologia di destra (The Athletic)
Db Cesena 07/06/2022 - Uefa Nations League / Italia-Ungheria / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Viktor Orban-Gabriele Gravina

The Athletic analizza le diverse nazioni che da domani si affronteranno in Germania per Euro 2024. Tra queste c’è l’Ungheria tanto cara al primo ministro ungherese Orbán. Forse è dagli anni ’50, “durante la leggendaria era di Ferenc Puskas e della squadra soprannominata i Magici Magiari“, che l’Ungheria non aveva una squadra così affermata come quella attuale. Allenati dall’italiano Marco Rossi, l’Ungheria è rimasta imbattuta per tutte le partite di qualificazione. Negli ultimi due anni sono tornate anche vittorie prestigiose come contro l’Inghilterra o la Germania.

Le sconfitte contro i piccoli paesi come Andorra, nel 2017, sono ormai lontane“. E questo Orbán lo sa bene, “sa riconoscere una buona cosa quando la vede ed è stato molto veloce ad aggrapparsi all’ascesa della squadra“.

Orbán come Putin, Trump e Xi: lo sport come soft power è un potete strumento del potere

Secondo le informazioni di The Athletic, Orbán ha speso circa “2,8 miliardi di dollari di fondi pubblici per la ristrutturazione di stadi e di strutture sportive in tutto il paese da quando è salito al potere nel 2010“. «Per Orbán il calcio non è uno sport, è un modo di esprimere un’ideologia», afferma Simon Chadwick, professore di sport ed economia geopolitica alla Skema Business School di Parigi, Francia.

Come Trump, Putin, Xi, “le politiche di Orbán giocano sulla narrazione di rendere di nuovo grande l’Ungheria“. Quasi tutti i club della prima divisione ungherese hanno uno stadio nuovo o ricostruito “finanziato dallo stato e la Puskas Arena di Budapest è stata selezionata come sede della finale di Champions League 2025-26“.

Ovviamente niente di tutto ciò è casuale. “Orbán fin dal primo momento ha spinto per riportare il calcio ungherese alla ribalta, usando il suo sport preferito per assicurarsi vantaggi politici e legittimità internazionale“.

Oggi l’Ungheria è una squadra più che affermata. La previsione sul suo Europeo è che superi agevolmente i gironi e si qualifichi per gli ottavi. «Orbán è ossessionato dal potere», afferma il giornalista Kele. «Calcio e potere sono stati collegati con successo. Ha stanziato enormi quantità di denaro nel calcio, per finanziare direttamente club professionistici».

Gli ultras ungheresi il braccio armato non ufficiale

«Orbán ha trasformato gli ultras in un’arma», afferma il professor Chadwick. «Avrà vissuto i suoi anni di formazione sotto il comunismo in Ungheria. Se si guarda a luoghi come la Jugoslavia e la Serbia, dove il tifo è stato trasformato in un’arma durante la guerra in Bosnia, Orbán avrà familiarità con questa pratica. Non si dà ai tifosi qualcosa per niente. Questa applicazione intransigente del populismo ungherese ne è parte».

In altri termini, non solo lo sport è uno strumento per consolidare il potere. Ma per mantenerlo Orban sfrutta anche le azioni degli ultras.

«Orbán capisce il potere del calcio», dice Chadwick. «Guardate l’Arabia Saudita, (o) la Cina 10 anni fa, la Russia. È molto chiaro che c’è un modello dispotico del XXI secolo, in cui lo sport, in particolare il calcio, è un mezzo per affermare il potere ma anche per proiettare un’immagine particolare di un paese».

ilnapolista © riproduzione riservata