Su L’Equipe. Wouters gli chiese: “come hai fatto?” lui rispose: “non lo so”. Oggi spiega che anche i calciatori calcolano le probabilità ma in modo istintivo
Van Basten e la statistica: per la scienza nell’88 aveva il 6% di chance di segnare tirando da lì.
Van Basten e quel gol che il 25 giugno compirà 36 anni. Se ne parla ancora. L’Equipe dedica un ampio servizio a quella perla. Era la finale degli Europei del 1988 (anche allora in Germania): Olanda-Urss finita 2-0.
La sua posizione è tutt’altro che ideale. L’angolazione è, per sua stessa ammissione,”impossibile”. La difesa è abbastanza ben posizionata, il portiere avversario è considerato il migliore al mondo. Il 25 giugno 1988, l’orologio dello Stadio Olimpico di Monaco indica le 16:41, quando accade l'”impossibile”.
«Mentre stavamo festeggiando il gol, gli ho chiesto come avrebbe potuto sparare da questo posto. Mi ha risposto: “Non lo so”», confiderà poi il suo compagno di squadra Jan Wouters. A dire il vero, per trentasei anni, Van Basten ha usato regolarmente i campi lessicali della fortuna e della stanchezza per evocare questa azione, come se l’irrazionale si fosse dato appuntamento sulla punta del suo piede destro per fare la storia e offrire il primo e unico titolo importante fino ad oggi della sua Nazionale.
Van Basten e il calcolo delle probabilità dei calciatori
«Ho deciso di provare una volta convinto che fosse l’opzione migliore», dice oggi. Se hai l’opportunità di fermarti e controllare la palla, senza un difensore intorno a te, è meglio correre meno rischi. Se hai un’opzione più semplice, dovresti preferirla. Ma il più delle volte, come in questa azione, ci sono difensori in giro che cercano di disturbarti, di contrastare le tue idee, i tuoi movimenti, le tue decisioni. Nel calcio, come nello sport in generale, si calcolano sempre le probabilità. In ciascuno dei 5.400 secondi della partita, la palla, i tuoi compagni di squadra e i tuoi avversari sono in movimento. Tutto questo fa sì che tu, come una macchina, calcoli costantemente per individuare la scelta migliore. E così nel momento in cui questo pallone arriva, le tue sensazioni, cioè il tuo software, ti dicono istintivamente cosa fare… »
L’Equipe ricorda che secondo gli expected Goals, Van Basten aveva il 6% di possibilità di segnare da quella posizione con un pallone che arrivava a candela.
Van Basten dichiara: «Mi sono allenato molto per compiere questo tipo di gesto: per strada quando ero bambino, sul prato, ma anche in spiaggia o in acqua… ».
L’Equipe ricorda che nel 2016 il portiere Rinat Dassaev fece autocritica, disse che era posizionato male, era troppo sul primo palo.